L’impegno eco-sostenibile della Nike

29 Agosto 2012

La parola ecosostenibile non basta più. Né a molti consumatori, né alle aziende, che cercano strade sempre più sofisticate – e credibili – per essere rispettose dell’ambiente e per consegnare così alle generazioni future un pianeta in buone condizioni e non prosciugato dagli eccessi consumistici delle società occidentali.
Si inserisce in questo quadro l’iniziativa del colosso americano dell’abbigliamento sportivo Nike, che ha progettato – e rilasciato sul mercato – un innovativo software “open source”. Battezzato “Environmental apparel design tool“, il programma è nato con l’obiettivo di supportare le imprese che operano nel campo dell’abbigliamento per diminuire l’impiego di risorse naturali nella produzione di capi e prodotti. Il software fa parte del progetto Considered Design e metterlo a punto non è stata impresa semplice: ci sono voluti sette anni e un investimento di sei milioni di dollari.
Ma il risultato è che usando l’Environmental apparel design tool, i designer possono fare scelte in tempo reale che contribuiscono a diminuire sensibilmente l’impatto ambientale del loro lavoro. Ogni software però, come sanno sia gli sviluppatori sia gli utenti, è perfettibile e per questo Nike ha deciso di farne un programma “open source”.
Questo strumento è nato per aiutare i designer a porre in essere scelte sostenibili all’inizio del processo di creazione del prodotto – spiega Hannah Jones, vice presidente Nike Sustainable business and innovation –. Negli ultimi quattro anni ci ha permesso di creare prodotti con standard di sostenibilità innovativi. Rendendo fruibile il nostro tool vogliamo in primo luogo migliorarlo e al contempo speriamo di porre le basi per creare in futuro standard industriali globali, comuni a tutti i produttori, per far si che vengano adottati processi di progettazione che tutelino l’ambiente e vengano messi in vendita prodotti davvero ecosostenibili.
Le magliette da calcio Nike, indossate in occasione dei campionati del mondo in Sud Africa, sono un esempio di come l’Environmental apparel design tool sia stato d’aiuto per progettare le divise più ecologiche e tecnologicamente avanzate della storia del calcio, che sono state realizzate in poliestere riciclato al 100% grazie al riutilizzo di quasi 13 milioni di bottiglie in plastica, pari a circa 254 tonnellate di rifiuti altrimenti destinati alla discarica.
Soltanto nell’ultimo anno, Nike ha raddoppiato l’utilizzo di poliestere riciclato risparmiando complessivamente 82 milioni di bottiglie di plastica altrimenti destinate anch’esse alla discarica. Secondo i calcoli fatti da Nike, se tutti i produttori di abbigliamento si impegnassero a convertire almeno un terzo della loro produzione in poliestere riciclato, la domanda di questo materiale sarebbe maggiore rispetto alla produzione annuale di bottiglie in Pet, che non contribuirebbero quindi ad alimentare le discariche di rifiuti.
In aggiunta all’Environmental apparel design tool, Nike lancerà nel corso del 2011 il Footwear design tool, il Material assessment tool e il Water assessment tool, tutti programmi creati per ottimizzare l’uso di risorse. Impegni che si integrano con il recente lancio da parte di Nike di GreenXchange (GX), un mercato basato sul web dove le aziende possono collaborare e condividere brevetti e strumenti che possano condurre a nuovi modelli di business sostenibili e innovativi.
Il 2010 è stato per Nike – che controlla, tra gli altri, i marchi Converse e Cole Haan – un ottimo anno, specie considerando l’ancora incerto clima economico generale: nel primo trimestre fiscale 2011 (che per il calendario americano è finito il 31 agosto 2010), Nike ha avuto ricavi per 5,2 miliardi di dollari, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2009 a cambi correnti e del 10% a cambi costanti. Ottima anche la redditività, con dividendi in crescita del 10% a 1,14 dollari per azione.

Fonte: Luxury24