Washington DC: la casa pluricentenaria che diventa sostenibile

15 Settembre 2012

Edificata prima della guerra di secessione americana, la casa di Capitol Hill è definita “la prima casa a emissioni zero di Washington D.C.”. Non che nel lontano 1852 fosse già un esempio di sostenibilità, ma oggi, grazie al progetto della GreenSpur Inc. in collaborazione con la TriCon Construction, ha ottenuto la targhetta di platino della certificazione LEED.
L’aspetto più interessante del progetto consiste nell’alto valore storico dell’edificio, oltre 150 anni di vita che, il riadattamento della GreenSpur non poteva spazzare via in nome della sostenibilità. E quindi, per rispettare l’ambiente senza perdere di vista la tradizione, la casa di Capitol Hill ha conservato la facciata originale ma solo nell’aspetto, perché oggi i materiali sono tutti modernissimi ed ecologici. Non solo, molti elementi del design interno sono stati ricavati da mobili e materiali preesistenti in linea con il concetto di riciclo e riuso. Navigando sul sito della GreenSpur Inc. le frasi ispiranti orientate alla sostenibilità sono tante, come: “Designing and building in a sustainable way is not new, it has simply been rediscovered” oppure “Building with economical and sustainable sense”. L’azienda americana propone progetti di bioedilizia di ultima generazione senza perdere di vista l’importanza di fattori come prezzo e storia.
Abbiamo voluto dimostrare che è possibile ottenere ottime performance architettoniche ed energetiche senza dover rapinare una banca o ribaltare i sistemi costruttivi di riferimento – spiega Nick Cioff direttore edile della GreenSpur – troppe persone pensano che un edificio a zero impatto ambientale sia troppo difficile da realizzare o troppo costoso, e abbiamo voluto spazzare via queste false credenze.
Il progetto si è rivelato particolarmente sfidante per la GreenSpur. Le effettive condizioni della casa erano molto meno rosee rispetto a quanto anticipato alla ditta prima dei lavori e hanno richiesto la rimozione a mano di un enorme quantità di detriti e terra in spazi molto angusti e difficili da raggiungere con dei macchinari. Non solo, la GreenSpur ha voluto raddoppiare le dimensioni della casa senza alterare l’impronta originaria della proprietà. Con dovuti adeguamenti e rimodulazioni, l’interno dell’edificio è passato da 84 metri quadrati a 205. Ora la casa ha 4 camere da letto e tre bagni e utilizza dal 60 all’80% in meno dell’energia richiesta da una “normale” abitazione della stessa zona. E per ottimizzare il rendimento energetico, oltre al cappotto esterno e alle finestre isolanti, sono stati inseriti dispositivi Energy Star, un impianto di riscaldamento e raffreddamento geotermico, wc con doppio scarico, sistemi a basso flusso d’acqua, molta luce naturale e ilcaminetto a bio-etanolo. Per non perdere di vista i consumi dell’abitazione, la GreenSpur ha dotato l’edificio di un sistema definito Smart Home System che calcola i consumi energetici in qualsiasi momento della giornata. Il pavimento proviene da un vecchio mulino tessile della Virginia mentre gli armadietti della cucina e gli sportelli sono costituiti in parte da materiale riciclato. Vecchio e nuovo si sposano così in un progetto bioarchitettonico all’avanguardia.

Fonte: GreenMe