Occhi puntati sui monumenti a rischio della bella Sicilia

12 Febbraio 2013

Il patrimonio culturale rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria, l’unico vero, irriproducibile “valore aggiunto”.

Non è facile stimare la consistenza dei Beni culturali, dei siti museali, archeologici, storici e artistici presenti sul nostro territorio. L’Italia, infatti, conserva su di sé le tracce di una storia millenaria, segnata da una continuità temporale e da una ricchezza spaziale senza confronti.

Attraverso SOS Heritage di Salvalarte Sicilia, Legambiente lancia la campagna di sensibilizzazione per la valorizzazione e tutela dei luoghi e dei siti culturali “a rischio” del Bel Paese. “Da dieci anni – dichiara Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia – ci occupiamo, con la campagna Salvalarte, dei beni e monumenti a rischio nella nostra isola. Abbiamo stilato una prima black list dei monumenti che corrono i maggiori rischi, ma vogliamo coinvolgere i cittadini per renderli protagonisti, per partecipare in prima persona alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale”.
Per farlo basta scattare una foto al bene ed inviarlo, con un breve testo di 8 righe, all’indirizzosalvalartesicilia@libero.it. Le foto saranno, quindi, pubblicate sul sito www.salvalartesicilia.it

Nella nostra lista, non a caso, abbiamo inserito al primo posto il teatro greco – romano di Taormina, uno dei siti più conosciuti e visitati in Sicilia. Ebbene, è dal 2004 che è stato lanciato l’allarme, che si è a conoscenza del grave rischio che corre il teatro, oggetto di numerosi studi, ma non è stato fatto nulla. Proprio nel 2004 è stata stilata la Carta di Siracusa per la salvaguardia dei teatri antichi, ma, ad oggi, è rimasta lettera morta.. E ancora un’altra battaglia che da anni conduciamo è quella per Villa Napoli a Palermo, sospesa in un sorta di limbo fra rimpalli di vari assessorati della Regione siciliana, con la conseguenza del suo inesorabile disfacimento”.

Di seguito la black list con i primi dieci siti:

1. TEATRO GRECO-ROMANO (Taormina, ME).

E’ per vastità il secondo dei teatri classici di Sicilia (dopo quello di Siracusa), con un diametro massimo di 109 metri: costruito in epoca ellenistica, mediante lo spianamento della cima del colle, fu ampliato o quasi interamente rifatto dai romani. E’ il sito culturale più visitato della Sicilia (circa 500mila presenze). Come se non bastasse la pressione antropica, ospita più volte all’anno spettacoli, che, con le strutture provvisorie e gli eccessivi livelli delle amplificazioni, aggravano i numerosi degradi causati da errati interventi di restauro più accentuati nel portico superiore e nella galleria inferiore.

2. CATTEDRALE DI SAN GELARDO (Agrigento).

Edificata dai Normanni che dopo aver conquistato la Sicilia si occuparono anche della riorganizzazione religiosa. La sua mole imponente domina il vasto panorama circostante, ben visibile sia dal mare che dall’entroterra, ma il luogo ove è stata costruita è un blocco calcarenitico poco profondo, che poggia su un costone argilloso e quindi poco stabile, suscettibile sempre di scivolamenti a valle. Ciò ha provocato nel corso dei secoli problemi all’edificio, sempre bisognoso di continui ingenti costosi restauri. E’ chiusa al culto da alcuni anni.

3. PALAZZO DELLO SCIBENE (Palermo).

Di origine incerta: probabilmente araba e poi modificato durante il regno di Ruggero II (prima metà del XII secolo). Gli scarsi e degradati resti rimasti sono ormai poco leggibili, anche perché parte del palazzo è stato inglobato dalle case adiacenti. Oggi non rimane più niente del vasto giardino e del bacino d’acqua adiacente. E’ di proprietà privata e si spera, da molti anni, in un efficace restauro che possa salvarlo dall’incuria. Non ha nessun vincolo di tutela.

4. SELINUNTE, TEMPIO (Castelvetrano, TP).

Fondata dai Greci di Megara Hyblaea nel 650 a. C., fu distrutta nel 409 a. C. dai Cartaginesi alleati di Segesta. E’ considerata la più grande area archeologica d’Europa. Un numero imprecisato di templi, tra i quali il Tempio E, dedicato a Era. Molte delle sue colonne, cadute per un terremoto, furono rimesse al loro posto negli anni Cinquanta utilizzando ferro e cemento, che adesso stanno cedendo facendo crollare le strutture. Buona parte del Tempio è stata transennata e non è più visitabile.

5. KAMARINA, (Santa Croce Camarina, RG).

Fondata dai Greci di Siracusa nel VI secolo a. C., fu distrutta e ricostruita diverse volte. Il perimetro delle mura che circondavano la città era di ben 7 chilometri. Il recente completamento del porto di Scoglitti ha cambiato notevolmente l’andamento delle correnti marine. Il loro distruttivo effetto sta seriamente minacciando l’integrità del promontorio sul quale è sorta l’antica città. Una parte delle mura è già crollata in mare, mentre gli scavi non sono più protetti visto che le provvisorie e precarie coperture in tubi dalmine e onduline sono quasi del tutto distrutte.

6. TORRE DI ISOLA DELLE FEMMINE (Isola delle Femmine, PA).

Torre di avvistamento costruita alla fine del XVI secolo su progetto dell’architetto toscano Camillo Camilliani. Versa in uno stato di fortissimo degrado, con molte delle sue parti crollate.

7. SOFFITTO LIGNEO DELLO STERI (Palermo).

Datato tra il 1377 e il 1380, rappresenta un documento di grandissimo valore storico, artistico e etnoantropologico, realizzato da “mastri” e artisti siciliani. E’ un originale foglio di cronaca che “fotografa” con meticolosità i particolari della società del tempo. Il soffitto è da tempo violentemente attaccato dalle termiti. Le infestazioni appaiono molto diffuse e interessano sia le travi che i pannelli decorativi che le ricoprono e sia i lacunari tra le travi.

8. EX FORNACE PENNA (contrada Sampieri – Scicli, RG).

E’ un monumento di archeologia industriale, realizzata tra il 1909 ed il 1912. Lo stabilimento (attivo fino al 1924) produceva laterizi che venivano esportati in molti paesi mediterranei: gran parte di Tripoli (Libia), dopo la guerra del 1911, fu costruita con le sue produzioni. Negli ultimi anni, grazie anche al fascino delle sue rovine, è stata utilizzata come set cinematografico. Adesso attende un suo destino.

9. VILLA NAPOLI (Palermo).

Una delle tantissime ville settecentesche costruite in quella che era la Conca d’Oro, oggi inghiottita dall’esasperata espansione urbanistica. Di proprietà della Regione Siciliana, che dopo un primo intervento di restauro è riuscita a lasciarla al degrado e all’incuria, abbandonando anche il giardino che la circonda. Senza più custodia è stata più volte saccheggiata. Posta di recente sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria.

10. POGGIOREALE, RUDERI DELL’ANTICO PAESE (Poggioreale, TP).

L’impianto urbanistico dell’abitato, comune ai centri neofeudali, è a scacchiera disposto secondo un asse principale lungo il quale si allineano i brani delle superstiti facciate delle abitazioni patrizie, sopravvissute al sisma del gennaio 1968 che investi tutta la Valle del Belìce. A seguito dell’evento calamitoso il paese venne integralmente trasferito in nuovo sito, essendo dichiarate le abitazioni tutte inagibili. Oggi, l’antico paese si presenta come una città fantasma; un luogo che ha perso la propria identità civica e su cui impera la presenza inquietante e magnifica del sisma. Dopo più di 40 anni si sta inesorabilmente sbriciolando, portandosi dietro una parte importantissima della nostra memoria.

 

Fonte: Architetti.info