Savoy, l’hotel amato da Monet, Churchill, Bogart, Monroe diventa un tempio della sostenibilità

15 Ottobre 2010

Hotel SavoyRiapre l’hotel amato da Monet, Churchill, Bogart e Marilyn Monroe. E diventa un tempio della sostenibilità. Seduto in una delle stanze del Savoy, guardando fuori, Claude Monet ritraeva le Rive del Tamigi. In quella stessa camera, anni o decenni dopo, avrebbero soggiornato Charlie Chaplin, Marilyn Monroe, Frank Sinatra, Humphrey Bogart. Il piano terra era il regno incontrastato del barman Harry Craddock, autore di uno dei cocktail più noti al mondo: il Martini Dry. Winston Churchill e il suo staff, invece, erano soliti sedersi al ristorante per pranzo: le discussioni politiche prendono una piega migliore se accompagnate da buon cibo.
La grandezza dell’hotel Savoy di Londra si può comprendere solo ripercorrendo tutte le vite che dal 1889, anno in cui Richard D’Oyly Carte lo fondò, ad oggi si sono sfiorate tra quelle mura. In una sorta di Castello dei destini incrociati che si appresta ad un nuovo capitolo: dopo tre anni di ambizioso ed accurato restauro – i rumor parlano di oltre 200milioni di sterline (circa 230 milioni di euro) – ha riaperto il 10 ottobre.
L’hotel, 268 tra stanze e suite gestite dal gruppo Fairmont Hotels, presenterà in versione rinnovata le sue location storiche: il Thames foyer; il River Restaurant, tempio della cucina francese contemporanea dello chef Ryan Murphy; l’American Bar e il leggendario Savoy Grill, oggi gestito dalla Gordon Ramsey Holdings e guidato dallo chef Stuart Gilles, i cui piatti si ispirano a quelli del grande chef Escoffier. Un mix tra tradizione e innovazione: l’interior design, curato da Pierre Yves Rochon, evoca lo storico stile eduardiano e Art Deco che fin dall’Ottocento ha caratterizzato il Savoy. Tra le novità ci sono le Royal Suites – la seconda notte in una delle due nuove suites costa solo un pound, equivalente del costo di una notte ai tempi della prima apertura, nel 1889 – il Beaufort Bar e la Savoy Tea area. Contemporanea e lussuosa anche l’area fitness: dalle pareti in vetro o dalla piscina al rooftop si gode una splendida vista su Londra.
L’hotel non perde il suo carattere avanguardistico – lo stesso che nell’Ottocento lo fece diventare un luogo simbolo della Londra di lusso – e riapre con un progetto originale: il maggiordomo ecologico. Se l’hotellerie di lusso si sta orientando sempre di più verso le politiche sostenibili per ridurre i consumi, il Savoy ha pensato di proporre un accorgimento green rivolto direttamente alle esigenze degli ospiti: per sapere qual è il miglior ristorante eco della City o l’ultimo edificio realizzato seguendo i dettami della green architecture basterà rivolgersi all’eco butler, insomma. Il Savoy ha investito molto sul tema della sostenibilità ambientale sia sul piano dei progetti – che spaziano dal recupero dell’olio delle cucine, trasformato in biodisel, al riciclo di candele, francobolli e computer in collaborazione con alcune associazioni di beneficienza – sia , di conseguenza, su quello economico: la cifra destinata alla tecnologia environmental friendly è di 2,4 milioni di sterline.

Fonte: Luxury24