Un allestimento ad alto impatto emozionale, interattivo e modulare, autonomo rispetto alla struttura storica che sarà oggetto di un restauro filologico. E poi una rampa curvilinea che si contorce al di sotto degli alti archi ogivali, dalla quale osservare da diversi punti di vista l’esposizione sui cetacei e i mammiferi marini. Sono alcuni dei punti fondanti del progetto vincitore del concorso, indetto dal Parco nazionale Arcipelago toscano, per realizzare a Portoferraio, sull’Isola d’Elba, un centro di interpretazione dedicato al Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos. A vincere la competizione è lo studio romano CHVL architetti associati, guidato da Christian Rocchi e Valeria Caramagno.
Ad affiancarli, un team multidisciplinare composto da Cameranebbia con Federica Grigoletto (esperti in comunicazione multimediale interattiva), Roberto Furlanetto di Artech (ingegneria strutture), Stefano D’Ambrosio di Eideo (ingegneria impianti) e Simona Caruso (informatore scientifico della natura in ambiente marino)e Chiara Intreccialagli (giovane professionista).
L’obiettivo del concorso – va ricordato – è valorizzare il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, ossia una vasta area marina protetta (di circa 96mila ettari) con una straordinaria presenza di cetacei, situata a nord del Mar Tirreno e istituita nel 1999 grazie ad un accordo tra Italia, Francia e principato di Monaco. La valorizzazione passa per un progetto ambizioso che prevede appunto la realizzazione di un centro di interpretazione all’interno delle ex Galeazze, gli antichi cantieri navali nel centro storico di Portoferraio.
I nuovi oggetti inseriti nello spazio sono definiti «ospiti sensibili»: partecipano in maniera flessibile e mai impositiva al futuro racconto del centro di interpretazione.
Per l’ingresso del centro i vincitori hanno immaginato una piazzetta, un luogo di sosta con sedute e due palme californiane che col tempo potranno raggiungere grandi altezze e diventare elementi segnalatori, visibili anche da lontano e dal mare.
Secondo la giuria: «Il progetto conferma un ottimo inserimento nel contesto storico, con una buona caratterizzazione degli ambiti spaziali in prossimità dell’edificio. Nel progetto è stata valorizzata la struttura originaria proponendo un restauro conservativo di buon livello e nuovi inserimenti compatibili con il contesto architettonico, mantenendo per quanto possibile, l’originaria spazialità interna del monumento».
di Mariagrazia Barletta