A vincere ex aequo il primo premio la suggestione di Maurizio Angelillis e Massimiliano Ciccotti ispirata alla metafora della matrioska per sperimentare nuovi modi di vivere a contatto con la natura, e la geometrica casa sull’albero di Fabio Fabbri in netto contrasto con le forme della natura del bosco del Parco Naturale Bosco di Tecchie a Cantiano.
Il bando richiedeva ai partecipanti di progettare una microarchitettura completamente sospesa da terra e ancorata liberamente al tronco dell’albero utilizzando piante epifite, lianacee e rampicanti in genere.
Numerose le proposte arrivate e dalle svariate soluzioni costruttive: c’è chi ha utilizzato il tronco dell’albero come fulcro del progetto, e chi, invece, ha scelto di lasciarsi cullare dal vento, in cellule sospese ai rami.
Architettura sospesa primo classificato – ex aequo
Maurizio Angelillis e Massimiliano Ciccotti
Il concept progettuale nasce dalla visione di una città immaginaria, in cui la metafora della matrioska consente di sperimentare nuovi modi di vivere a contatto con la natura.
Le scale, che non interferiscono con lo spazio abitativo, corrono tutto intorno all’albero fino alla suite panoramica, luogo di relax pensato per ospitare una coppia, con una camera matrimoniale di 14 mq in posizione centrale e la vasca spa.
Il primo livello è dotato di un ampio spazio di relax, una parete attrezzata e una cucina.
Grandi superfici vetrate consentono la vista immersiva nel bosco, mentre la struttura ricorda quella di un bozzolo che si ricopre di vegetazione rampicante e altre essenze tipiche del sottobosco, favorendo anche la nidifocazione degli uccelli.
Architettura sospesa primo classificato – ex aequo
Fabio Fabbri
La casa sull’albero è pensata per il Parco Naturale Bosco di Tecchie a Cantiano (PU).
Una piccola scatola semplice e geometrica, in netto contrasto con le forme della natura del bosco.
La pianta quadrata e il suo volume identificano le dimensioni minime dell’abitare.
Dal punto di vista della struttura, la casetta mostra un sistema di elementi modulari in legno ripetuti. L’assemblaggio avviene in parte in officina e in parte in loco.
Scelto l’albero per la “nidificazione”, un sistema di corde nautiche avvolgerà i rami e i tronchi idonei a sopportare il peso della struttura.
Per il modulo abitativo è prevista la dotazione di bagni chimici, l’impianto fotovoltaico in copertura e l’impianto termico elettrico.
Architettura sospesa – secondo classificato
Silvia Bonsi
Una culla per il corpo e un rifugio dell’anima. La casa si stacca dalle fondamenta radicate a terra per liberarsi in aria, sospesa ai rami degli alberi.
Il progetto si configura come un nido, per vivere una nuova dimensione cambiando completamente il proprio punto di vista e la relazione con la natura.
Architettura sospesa – terzo classificato
di Alessandro Feudo
Fusione tra architettura, uomo e natura, alla base del progetto: la casa si sviluppa infatti attorno al tronco dell’albero, come per avvolgerlo e proteggerlo.
La struttura si costituisce di elementi portanti in legno, avvolta da una pelle che richiama le foglie della pigna che, correndo in modo progressivo, definisce una pianta circolare sviluppata in quattro settori posti a quote differenti ma collegati tra loro.
Una scala fissata con corde consente l’accesso al primo settore, spazio filtro tra natura e cellula abitativa, caratterizzato da due grandi vetrate.
All’interno gli ambienti e le funzioni sono distribuiti lungo un percorso in sequenza, che consente di cogliere l’intero volume della struttura.
Architettura sospesa – menzione d’onore
Giovanni Gibertini
Una culla nel vento, un’immagine poetica del vivere sospesi, come in un racconto che vuole evidenziare la potenza della natura.