Abbiamo fatto meglio che in passato, ma rispetto ad altri paesi europei siamo ancora parecchio indietro. Questa sintesi, che si può applicare a svariati settori, vale anche per il riciclo delle pavimentazioni stradali.
Secondo i dati presentati da Siteb (associazione strade italiane e bitumi) nel corso di Asphaltica, salone dedicato alle tecnologie e alle soluzioni per le pavimentazioni stradali, nel 2020 il recupero di fresato dalle strade nel nostro Paese ha raggiunto il 30% su un totale di 35 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso previste per quest’anno. Come detto in apertura, la percentuale è in crescita, è infatti passata dal 20% nel 2014 e poi al 25% nel 2018, ma resta ancora bassa se messa a confronto con altre nazioni europee. Senza arrivare ai livelli record della Svizzera, che può vantare un 90% di fresato recuperato a caldo e a freddo, meglio di noi fanno Germania, 82%, Francia, 75%, e Spagna, con il 60%. Siamo allineati con il Regno Unito, che si ferma al 30%.
Per quanto ridotto, il riutilizzo del fresato nel nostro paese permette di evitare l’impiego di 420.000 tonnellate di bitume vergine (con la riduzione del fabbisogno di petrolio), con un risparmio di 10,5 milioni di tonnellate di inerti, per un valore economico complessivo di circa 420 milioni di euro per le sole materie prime. Se, come auspicabile, il recupero del fresato dovesse arrivare al 50%, si avrebbe un risparmio di 700.000 tonnellate di bitume e di 17,5 milioni di tonnellate di inerti vergini, con un taglio dei costi pari a 700 milioni di euro. Il recupero dei fresati permette anche di ridurre le emissioni climalteranti del settore. È quanto è emerso nel corso del convegno Le strade al bivio della transizione ecologica, organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Green City Network.
Giusto per avere un’idea degli ordini di grandezza, se i lavori di manutenzione delle pavimentazioni venissero eseguiti con tecnologie circolari in grado di riciclare completamente e a temperature ridotte i conglomerati bituminosi, si potrebbe evitare fino al 40% delle emissioni di CO2 equivalente rispetto a lavori eseguiti con i metodi a caldo tradizionali. Inoltre, si potrebbe ridurre la pressione sul capitale naturale per la produzione di bitume e aggregati vergini. Nel corso del convegno è stato presentato un elenco di punti per migliorare la sostenibilità del settore e favorire l’adozione di un approccio realmente sostenibile e circolare alla manutenzione dei 670.000 chilometri su cui si snoda la rete stradale italiana.
Al primo posto, il riutilizzo del conglomerato bituminoso da recupero, soluzione che consente di ridurre il consumo di risorse e le emissioni di gas serra. Negli ultimi anni, l’entrata in vigore della normativa End-of-Waste ha in effetti favorito un incremento del riciclo dei conglomerati bituminosi nei lavori di manutenzione, ma la percentuale può crescere ancora e di parecchio. Occorre puntare sull’efficienza nella produzione e nella stesa dei conglomerati, soprattutto sulle rinnovabili e su quelle tecnologie che permettono di lavorare a basse temperature o a freddo.
Inoltre, è necessario allungare il ciclo di vita della pavimentazione con tecnologie che prevedono l’utilizzo di polimeri nella preparazione delle miscele di conglomerato, utilizzando anche materiali ottenuti da riciclo di rifiuti. Tra le altre misure proposte, la programmazione delle manutenzioni, che permette di ridurre costi ed emissioni, l’adozione dei Criteri ambientali minimi per le pavimentazioni stradali, l’adeguamento delle norme tecniche alla disponibilità di tecnologie innovative e circolari e l’investimento in formazione. Per ridurre l’impatto del settore delle pavimentazioni si può guardare anche ad altri materiali. Il granulo di gomma, ottenuto dalla triturazione dei pneumatici fuori uso, consente ottime performance in termini di durata e di riduzione dei costi per la manutenzione.
EcoPlus, azienda con diversi stabilimenti in Lombardia, parte dai pneumatici riciclati per realizzare varie tipologie di prodotti, dai cordoli in gomma riciclata alle pavimentazioni ad alta capacità di assorbimento degli urti, che possono essere usate anche nelle palestre e per i campi da gioco, fino alle piastre per l’equitazione e per i parchi gioco e le scuole.
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