“L’unico pieno sarà quello di emozioni”: Bmw lancia così la sua attesissima auto elettrica, la i3 che ha già raccolto 9000 ordini in Europa e che a partire dalla metà di novembre sarà in vendita anche in Italia al prezzo di 36200 euro. Una macchina attesissima perché questa, di fatto, è la prima vera auto elettrica di lusso. O meglio, l’unica “Zev” di un marchio di lusso perché di fatto le auto a batteria sono tutte di lusso: non è una questione di listini, c’è la Smart, la Renault Zoe e la Nissan Leaf che ormai sono a circa 20 mila euro, ma un problema di utilizzo. Avendo infatti delle infrastrutture da terzo mondo in Italia siamo obbligati a ricaricarci le elettriche nel box di casa. E visto che per ora queste vetture hanno senso solo in città, chi ha un garage in una metropoli è ricco, non si discute…
Così in attesa di capire come si muoverà sua maestà Mercedes, per ora Bmw gioca da sola sul campo delle elettriche “alto di gamma”. Un battesimo di fuoco, organizzato però alla grande dal colosso di Monaco. Basti dire che tutta la progettazione qui è partita dal foglio bianco, per abbattere consumi ed emissioni. Un esempio per tutti: sulla i3 per la prima volta la famosa “super plastica”, quella rinforzata con fibra di carbonio, è utilizzata nella produzione
in serie di automobili, ossia in questo caso addirittura per la struttura della carrozzeria. Lo sforzo insomma è stato enorme. Basti dire che nel solo stabilimento di Lipsia sono stati investiti circa 400 milioni in nuove strutture e macchinari per la produzione di questa stranissima macchina e così sono stati creati 800 nuovi posti di lavoro.
Ma il progetto i3 è talmente complicato che una sola fabbrica non poteva bastare: i suoi componenti chiave nascono presso impianti del Gruppo tedesco o in joint venture con altre aziente dislocati a Moses Lake negli Stati Uniti e a Wackersdorf, Landshut e Dingolfing in Germania. Così in aggiunta agli investimenti della fabbrica di Lipsia si scopre che Bmw ha investito un totale di circa 600 milioni nella rete produttiva della i3 ed ha creato più di 1.500 posti di lavoro. “La nostra Ultimate driving Machine – ha commentato il presidente del Gruppo tedesco Norbert Reithofer – è capace di aprire una nuova era, quella della mobilità ecosostenibile. Con la i3 il nostro Gruppo crea possibilità completamente nuove e innovative di muoversi nel traffico urbano con piacere di guida, sostenibilità e sempre in collegamento con la rete”.
Ma cosa si nasconde sotto la pelle di tanta “svolta epocale nella mobilità”. Intanto come abbiamo visto l’utilizzo del materiale leggero per l’abitacolo che compensa il peso della batteria agli ioni di litio. Grazie alla ripartizione equilibrata delle masse tra gli assi nel rapporto 50 : 50, la posizione bassa e centrale dell’accumulatore di energia favorisce l’agilità della vettura. Non solo: l’erogazione lineare di potenza dell’elettromotore e la taratura rigida dell’assetto, lo sterzo ad alta precisione e il diametro di sterzata record (appena 9,86 metri) promettono meraviglie. Ma il cuore rimane il possente motore elettrico da 170 Cv e una coppia massima di 250 Newtonmetri che promette un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,2 secondi e da 0 a 60 km/h in 3,7 secondi. Il tutto per un’autonomia di 130 – 160 chilometri, a seconda come al solito dallo stile di guida. A richiesta comunque la i3 è equipaggiabile con un sistema di “range extender” che durante la guida mantiene costante il livello di carica della batteria agli ioni di litio non appena esso è calato sotto un determinato valore. Questa funzione la svolge un motore bicilindrico a benzina da 25 kW/34 CV montato sopra l’asse posteriore, vicino al motore elettrico. Così l’autonomia massima nella guida giornaliera passa a circa 300 chilometri.
Ovvio una macchina del genere non può vivere di sola tecnica. Ecco quindi un design molto sofisticato, tutto giocato intorno alle enormi superfici vetrate: un trucco che non serve per aumentare la visibilità ma per regalare una grande luminosità nell’abitacolo e quindi una singolare sensazione di “ariosità”, di spazio e di grande qualità di vita a bordo.
Unico, e non poteva essere altrimenti, anche il sistema di vendita perché la commercializzazione passa attraverso un modello “multichannel” costituito dai partner autorizzati Bmw, da un Customer Interaction Center (CIC), nonchè da una piattaforma online. Tutti i canali di vendita saranno collegati in rete ed i clienti potranno personalizzare l’intero processo di acquisto a seconda delle loro necessità. Alcuni mercati introdurranno anche una struttura mobile di vendita, un team che sarà disponibile per i clienti al di fuori degli autosaloni tradizionali. D’altra parte la i3 è una macchina che impone un forte cambio di abitudine, di mentalità, di approccio all’uso dell’auto. Qui la vettura da sola conta poco. Quello che conta è il “pacchetto” vettura-sistema di ricarica. Così Bmw – seguendo una strada già battuta con grande successo da Nissan e Renault – ha messo a punto un sistema di ricarica domestica, la “Wallbox” da montare nel proprio garage per fare “il pieno” alla macchina. Sempre che i clienti non dimentichino di attaccare l’auto alla spina ogni sera. Proprio come si è obbligati a fare con un qualsiasi palmare…
Fonte: La Repubblica