La Direzione Generale Energia della Commissione europea propone ai Comuni europei un progetto per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, finanziato attraverso la Banca europea per gli investimenti (Bei). Lo ha spiegato Antonello Pezzini, rappresentante di Confindustria in Europa e Consigliere Cese (Comitato economico e sociale europeo), durante il seminario internazionale sulla direttiva 2010/31/CE (leggi qui) che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano.
Spagna, Italia, Germania – ha detto Pezzini – potrebbero partecipare con un opportuno progetto al Pic (competitive innovation programme) che ha i finanziamenti per sostenerlo. La Dg Energia, invece, triangolando con la Bei mediante il poderoso strumento del Patto dei sindaci, propone ai comuni di diventare soci dell’Europa per mettere a regime soprattutto gli edifici pubblici, attraverso un piano d’azione che preveda un finanziamento da parte della Bei e la restituzione del prestito in vent’anni, con un tasso di interesse 10-15 basic point sotto l’euribor a sei mesi.
I criteri per l’applicazione della nuova direttiva
Nel corso del seminario, focalizzato sullo stato dell’applicazione della nuova direttiva 2010/31/CE (sulla prestazione energetica degli edifici) nei diversi Paesi dell’Unione Europea e nelle differenti regioni italiane, sono stati illustrati i criteri da seguire per giungere nel giugno 2011 all’adozione della direttiva “EPBD recast”, al suo recepimento entro il luglio 2012 e alla sua applicazione tra gennaio e giugno 2013. Se si vorrà raggiungere l’obiettivo del 2020 – ha sottolineato Emmanul Cabau, rappresentante della Dg Energia Ue – bisognerà tener conto di tutte le forme di energia, non solo rinnovabili, e bilanciare il costo degli investimenti e il costo di manutenzione, per raggiungere il costo netto di efficacia energetica secondo la metodologia già applicata nell’ecodesign.
Direttiva sull’Eco-label e Direttiva sulle fonti rinnovabili
Dunque, i contenuti della direttiva 2010/31/CE andranno coniugati con quelli della direttiva 2010/30/CE sull’eco-label. L’Italia – ha spiegato Pezzini – dovrà normare entro l’anno prossimo, recependo tutti i contenuti della progettazione ecocompatibile, e considerando fondamentale nella assegnazione di un appalto il consumo energetico dell’edificio e le scelte adottate per la produzione degli impianti. Si tratta, ha aggiunto, di una rivoluzione dei criteri di valutazione, che avanza affrontando con la direttiva 2009/28/CE il tema del risparmio di energia da fonti rinnovabili, e introduce l’aerotermia come nuova fonte applicabile per il recupero termico (25-28%) attraverso l’uso di pompe di calore a bassa entalpia.
Ricerca su nuovi materiali
Pezzini ha inoltre ricordato che la DG Ricerca & Innovazione della Commissione europea ha a disposizione 2 miliardi di euro per sperimentare nuovi materiali per avere una trasmittanza su una parete verticale opaca comparabile con il risparmio energetico. Inoltre, l’Eie (Energia intelligente per l’Europa) propone con vari bandi centri di studio sull’omogeneità di calcolo per l’efficienza energetica degli edifici.
Fonte: Casa&Clima