Nuova fiammata nella diatriba tra favorevoli e contrari alle pale eoliche in Italia. Alcune organizzazioni ambientaliste, piu’ sensibili alla tutela del paesaggio, ne parlano come un supremo e inutile scempio, e denunciano la cecita’ di chi difende questo ”imbroglio da fermare”. Amici della terra, Comitato nazionale del paesaggio, Italia Nostra e Mountain Wilderness Italia hanno rinfocolato la polemica con una recente conferenza stampa congiunta in cui si sono dichiarati ”favorevoli alle rinnovabili e all’ efficienza”, ma assolutamente contrari all’eolico e al ‘fotovoltaico a terra’, ovvero ai grandi impianti solari sui terreni una volta agricoli. Cosi’, nonostante l’Associazione nazionale energia del vento (Anev) sottolinei come nell’ultimo anno in Italia ci sia stato un crollo delle istallazioni eoliche (-25%), Rosa Filippini, leader storica degli Amici della terra, chiede una moratoria di tutte le istallazioni e autorizzazioni per evitare assalto alla diligenza prima che entrino in vigore le nuove regole del settore che sono ora all’esame delle Camere. Oreste Rutigliano, di Italia Nostra, parla di un massacro in pieno svolgimento, con una lobby dell’eolico ancora piu’ rabbiosa e intenta a succhiare incentivi all’infinito nonostante che nel nostro paese il funzionamento delle pale eoliche sia modesto, con una media di ‘pieno regime’ di appena 1550 ore l’anno. Anche Vittorio Sgarbi ci va giu’ duro definendo l’eolico una turpe speculazione economica.
Il presidente del Comitato nazionale del paesaggio, Carlo Ripa di Meana si appella al Presidente della Repubblica perche’ ci difenda ”dall’assalto ai valori tutelati dall’articolo 9 della Costituzione” e chiede ”un contrattacco” che ci liberi da questa vergogna: un prelievo delle gia’ scarse risorse operato da ”speculatori di una finanza torbida”, con l’ acquiescenza, quando non addirittura complicita’ di settori dell’ambientalismo nostrano. E cosi’ – chiamata in causa direttamente da una ‘lettera aperta’ inviata dal presidente onorario di Mountain Winderness, Carlo Alberto Pinelli – Legambiente risponde alle accuse di ”sacrificare l’ambiente al mantenimento in vita della costosa Goletta Verde”, ovvero di vendersi in qualche modo alla lobby dell’eolico. Il responsabile energia dell’associazione del cigno verde, Edoardo Zanchini difende senza se e senza ma l’eolico come ”fonte di energia che funziona”, pur riconoscendo che ”senza dubbio in alcune parti d’Italia, soprattutto al sud, si sono fatti errori”. Per Zanchini, ”occorre un cambio di modello energetico” e Legambiente, insieme ad altre organizzazioni, si batte per questo. ”Ci battiamo per l’eolico. Sono sette anni che su questo, come sul solare a terra, chiediamo delle regole e finalmente nel luglio 2010 sono state approvate le linee guida per l’approvazione dei progetti di impianti eolici”, sette anni di lavoro, mentre ”altri si occupavano solo di paesaggio”. Le pecche dell’eolico – sottolinea Zanchini – come i ‘certificati verdi’ troppo generosi o le infiltrazioni mafiose, sono colpe della politica e che la politica e’ chiamata a risolvere. In quanto alla questione ‘estetica’ Zanchini ricorda come gli impianti eolici di una certa taglia, in Italia rappresentino solo il 3%, e quindi, sul nostro territorio si possono percorrere centinaia e centinaia di chilometri senza vedere una sola pala eolica. Discorso analogo per il fotovoltaico a terra: e’ vero, occupa terreno agricolo ma, una volta smontato, ”il terreno torna agricolo, mentre non accade cosi’ per la cementificazione delle nostre coste e delle nostre periferie”.
Fonte: Ansa