In Piemonte: impianto per produrre bioetanolo di seconda generazione

24 Aprile 2011

Avviata a Crescentino, in provincia di Vercelli, la costruzione della prima raffineria al mondo per la produzione di bioetanolo di seconda generazione.
Il progetto, promosso dal gruppo Mossi&Ghisolfi (M&G, società piemontese leader mondiale nella produzione di polietilene) porta su scala industriale una innovativa tecnologia messa a punto dalla Chemtex (società di ingegneria del gruppo M&G) grazie ad un progetto di ricerca durato 5 anni e sostenuto con un investimento di 120 milioni di euro.
La bioraffinera di Crescentino, che sarà operativa nel 2012, avrà una capacità produttiva di oltre 40.000 tonnellate annue di bioetanolo ottenuto da biomasse ligno-cellulosiche non destinate al consumo alimentare. La materia prima di base è infatti la Arundo Donax, cioè la comune canna che cresce lungo tutti i fossi d’Italia, e sarà prodotta localmente (nel raggio di 40 km) tramite accordi con agricoltori della zona. Ne deriva, tra l’altro, anche un rilevante vantaggio per l’occupazione locale, stimata in circa 150 addetti direttamente occupati, più altrettanti nell’indotto. La Arundo Donax cresce su terreni umidi marginali, ma richiede un consumo relativamente basso di acqua, assicura una resa elevata per ettaro e una significativa capacità di sequestro della CO2. Della canna non si butta niente. La bioraffineria di Crescentino, infatti, ne utilizzerà il contenuto zuccherino per produrre il bioetanolo, tramite fermentazione enzimatica. La parte restante, costituita prevalentemente da lignina, sarà riutilizzata come combustibile in una centralina di generazione elettrica, consentendo così all’impianto di essere praticamente autonomo dal punto di vista energetico. Nello sviluppo del progetto il gruppo Mossi&Ghisolfi si è avvalso del contributo di partner qualificati, tra cui l’Enea, il Politecnico di Torino e la società danese Novozymes. Come combustibile il bioetanolo può essere miscelato alle comuni benzine in percentuali fino al 20% senza modifiche ai motori, oppure può essere utilizzato puro in motori specifici. Poiché le direttive europee impongono che entro il 2020 almeno il 10% dei combustibili per autotrazione debba essere di fonte rinnovabile, di fatto il potenziale mercato italiano per il bioetanolo (o altri biocarburanti) ammonta a oltre di 1,5 milioni di tonnellate l’anno. Per soddisfare questa domanda con la tecnologia M&G occorrerebbe mettere a coltivazione di canna non più del 3% dei terreni marginali o abbandonati in Italia. Va infine sottolineato che – secondo M&G – il bioetanolo prodotto a Crescentino è anche economicamente competitivo con i prodotti derivati dal petrolio, e questo non con le attuali quotazioni del greggio (quasi 110 dollari/barile), ma già ad un costo di 70 dollari/barile.

Fonte: LaStampa