In 10 anni sono stati costruiti in Italia 4 milioni di case. Contemporaneamente ci sono 5,2 milioni di case vuote solo nelle grandi città. A proposito del consumo di territorio nel 1995-2006 sono arrivati i calcoli di Legambiente. Il rapporto si intitola “Un’altra casa” (qui, il comunicato stampa di Legambiente). I calcoli di Legambiente non riguardano il suolo urbanizzato ma solo quello occupato dagli edifici in senso stretto. Nel 1995-2006 ne sono stati costruiti per 72.000 ettari (720 chilometri quadrati, se preferite), senza tener conto delle strade per arrivarci. E senza tener conto di parcheggi e giardini. Come mai è così difficile trovare casa, allora?
I 72.000 ettari che a Legambiente risultano edificati in 10 anni sono si traducono appunto in 4 milioni di alloggi. Più quelli ampliati. Più quelli condonati o tuttora abusivi. Più uffici, capannoni e centri commerciali. A Legambiente risultano anche 5,2 milioni di alloggi vuoti nel 2009 solo ne lle grandi città: rappresentano 1,2 milioni di alloggi in più rispetto a quelli edificati nel decennio precedente. E alle case vuote nei grandi centri urbani bisogna aggiungere le case di villeggiatura e le case sfitte nei centri abitati di piccole e medie dimensioni. Significa che il patrimonio abitativo del 1995 bastava ed avanzava abbondantemente all’Italia del 2006. Nel 2009 nelle grandi città c’erano 5,2 milioni di alloggi vuoti ma si sono verificati 61.000 sfratti esecutivi: gente che ha dovuto lasciare la propria casa senza essere riuscita a trovarne un’altra. E’ assurdo, non vi pare? Però questa assurdità è la realtà italiana. Legambiente la spiega chiamando in causa la pessima qualità del patrimonio abitativo, la mancanza di edilizia pubblica (cioè di case affittate a basso prezzo), la speculazione edilizia, la tendenza ad investire i capitali rientrati dall’estero in mattoni e cemento. Tutto vero. Io però lo direi anche in un altro modo: la libertà di costruire (le deregulation, i condoni varati o tentati e tutto il resto) non ha risolto – e anzi ha aggravato – i mali italiani. Quei 5,2 milioni di alloggi inutilizzati ce li ritroviamo sulla gobba tutti. Non solo sotto forma di scempio paesaggistico, infinite periferie urbane e consumo di territorio: è la semplice legge della domanda e dell’offerta. Il mattone è una bolla, prima o poi scoppierà. Con tutta quell’edilizia inutile e inutilizzata, i prezzi già stanno scendendo (crollate le compravendite, cresciuto l’invenduto, nota Legambiente) e non potranno che crollare. Ci rimetteranno coloro che hanno investito nella casa i sudati risparmi di una vita. Ma prima o poi qualche grande costruttore rimarrà con il cerino in mano.
Fonte: Blogeko