Le città stressate da Covid e guerra sognano il Rinascimento verde

8 Giugno 2022

Nuove ricerche scientifiche mostrano il nesso tra un ambiente più green e un maggiore benessere

Ma mentre la natura, soprattutto quella urbana, sta diventando un concetto mainstreaming, si riscontra un degrado della “natura umana”, una crescita della violenza tra esseri umani. Le conseguenze umanitarie di questa guerra sono sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo anche chiederci quali potrebbero essere gli impatti ambientali. Dopo la guerra dovremo affrontare le sue conseguenze sulla natura: ecosistemi distrutti, suoli inquinati, ulteriori perdite di biodiversità e maggiori quantità di parassiti nelle foreste.

A questa situazione, che tutti ci auguriamo finisca presto, si contrappone il “Rinascimento verde”, un amore verso la natura spinto anche dalle politiche dell’Unione Europea post-pandemia. Politiche che avevano fatto sperare che avremmo iniziato a concentrarci consapevolmente e razionalmente sul nostro rapporto con la natura e a pensare al futuro delineato dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Se guardiamo a ciò che la ricerca e le diverse analisi scientifiche ci dicono, questa possibilità appare concreta. Un’ampia gamma di ricerche mostra che esiste una relazione positiva tra comportamento rispettoso dell’ambiente e benessere personale. Ciò può essere dovuto al fatto che adottare misure per proteggere l’ambiente ci fa sentire bene e soddisfa i bisogni psicologici di base, come la sensazione che stiamo dando un contributo utile al mondo o agendo in base ai nostri valori e preoccupazioni.

Man mano che diventa sempre più chiaro che uno stile di vita orientato a consumare sempre più energia e risorse naturali non fa molto bene al pianeta o al nostro stesso equilibrio, si rafforza la prospettiva di vivere meglio consumando meno.

Una ricerca già disponibile online ha esaminato la relazione tra azione rispettosa dell’ambiente e benessere soggettivo (essenzialmente, quanto è felice una persona). L’ipotesi era quella di dimostrare se una vita contemporaneamente più verde e più felice fosse possibile solo nei Paesi più ricchi o per i più abbienti.

Lo studio ha dimostrato che in sette Paesi (Brasile, Cina, Danimarca, India, Polonia, Sud Africa e Regno Unito), con l’aumento dell’impegno per il rispetto dell’ambiente – ad esempio riducendo lo spreco alimentare, acquistando prodotti più ecologici, contribuendo anche economicamente a campagne ambientali o partecipando a lavori di conservazione – anche il benessere soggettivo è aumentato. Anche indipendentemente da quanto le persone si considerassero altruiste o materialiste, il benessere personale è aumentato grazie al comportamento più rispettoso dell’ambiente.

Ma alcune differenze si sono registrate. A livello personale, la connessione tra comportamento verde e benessere è stata molto più evidente per coloro che avevano redditi più bassi rispetto a coloro che appartenevano a fasce di reddito più alte. Inoltre la connessione tra comportamento e benessere varia tra le culture. In Paesi con un’organizzazione sociale e un modo di vedere il mondo più collettivisti le azioni benefiche per l’ambiente che coinvolgevano più persone contemporaneamente, come piantare alberi insieme, avevano un effetto particolarmente profondo effetto sul benessere. Questo effetto non è stato riscontrato nelle società più individualistiche che sono state esaminate e che, purtroppo, sono più vicine alla nostra cultura latina.

Allora che fare? Piuttosto che presumere che fare la cosa giusta per l’ambiente debba essere un peso, dovremmo trovare il modo di sottolineare il potenziale positivo. Migliorare il benessere e affrontare la crisi climatica può essere sia economicamente conveniente sia socialmente attraente.

Credits: https://www.huffingtonpost.it/dossier/terra/2022/05/04/news/le_citta_stressate_da_covid_e_guerra_sognano_il_rinascimento_verde-9319577/?ref=HHRT-BH-I0-P1-S1-T1&fbclid=IwAR0yapXThl5baADe7pDmI3NbSTrZJtHw9u51eFkpX_ZT42k4QXKPnWJp5rg