Napoli sta nuovamente precipitando un una palese emergenza rifiuti, anche se l’emergenza, in realtà, non è mai finita. La riprova che il problema dei rifiuti non si risolve con discariche e inceneritori.
L’inceneritore di Acerra è KO. Molte strade sono piene di monnezza. La gente esasperata rovescia i cassonetti e appicca il fuoco: déjà vu. Ma la novità più preoccupante e di cui meno si parla, la goccia potenzialmente in grado di far stra-traboccare il vaso, è che la discarica di Chiaiano è quasi piena. E mo’ come la mettiamo?
Il problema dei rifiuti si risolve riducendo i rifiuti: non ha senso comprare una fetta di formaggio al supermercato e portarsi a casa anche un vassoietto di plastica che pesa quasi altrettanto. E’ il punto cruciale ovunque. Lo è a maggior ragione a Napoli e in Campania, dove da anni e annorum non si sa dove mettere i rifiuti. L’emergenza è stata affrontata (e a parole trionfalmente risolta) solo con discariche e inceneritori (Acerra, appunto) il cui funzionamento è redditizio solo grazie ai contributi pubblici – i famigerati Cip6 – per la produzione di energia elettrica dai rifiuti. Ovvero, paghi un inutile vassoietto insieme al formaggio, poi paghi di nuovo perchè lo portino via, e poi paghi una terza volta perchè qualcuno lo bruci. Inquinando, oltretutto. Un controsenso totale. La raccolta differenziata non è “la” soluzione. Ma potrebbe certo dare una mano. A Napoli è ferma ad un desolante 17%. Ebbene, in questo quadro si situano ora due nuove (e fosche) pennellate. Primo, l’inceneritore di Acerra tornerà a funzionare a pieno ritmo, pare, forse a marzo. Cioè fra sei mesi. Secondo, nella discarica di Chiaiano “c’è spazio per un volume di rifiuti molto inferiore alle 300 mila tonnellate”, come ha comunicato il direttore dell’impianto ai comitati civici. E non ci sono nemmeno progetti per ampliare la discarica.
Quotidianamente la discarica di Chiaiano dovrebbe inghiottire 800 tonnellate di rifiuti (in realtà ne arrivano ben di più, dicono i comitati). Questione di mesi e non ci sarà neanche più posto per metterci uno spillo. E poi?
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Fonte: Blogeko