Ecco il primo testo selezionato nell’ambito del premio Rinnoviamoci!, concorso di scrittura giornalistica dedicata alle tematiche ambientali, promosso da Repubblica.it insieme al centro studi Cts e da Modus Vivendi .
Il vincitore finale si aggiudicherà una borsa di studio per un master in Comunicazione ambientale. Giornalismo, divulgazione, green economy.
Questa settimana è stato scelto l’articolo di Agnese Cretella, sull’esperienza londinese degli orti urbani per promuovere la diffusione di alimenti sostenibili e locali, evitando la grande distribuzione. Con un occhio ai Giochi olimpici che la capitale britannica ospiterà nell’estate 2012.
IN recente studio pubblicato dal London Assembly, organismo di controllo che vigila sull’attività del sindaco, è emerso che il 75% di tutta la frutta e la verdura venduti a Londra passano dalla grande distribuzione. Questo significa che il fruttivendolo dietro casa sta diventando qualcosa di molto raro, e in molti si stanno rimboccando le maniche per coltivare gli ortaggi nel proprio giardino o nel parco locale. Incrementare la quantità di cibo prodotto localmente ha un senso in termini economici in un periodo di aumento dei prezzi dei generi alimentari, ed è anche sostenibile per l’ambiente e per la nostra salute. Consumare verdure fresche e di stagione ci assicura infatti una percentuale di nutrienti più elevata rispetto a quelle acquistate nei supermarket. Proprio l’aumentare l’accesso ai prodotti locali nelle aree urbane sta alla base della campagna Capital Growth 2 che è stata lanciata il 4 Novembre 2008 a Londra dal sindaco Boris Johnson insieme a Rosie Boycott, presidente agguerrita (il cognome infatti calza a pennello) di un nuovo organo municipale – il London Food – il quale coordina una serie di progetti volti a rivoluzionare il rapporto dei londinesi con il cibo. Capital Growth si propone di individuare, mappare e ridistribuire gli appezzamenti di terreno intorno Londra che potrebbero essere utilizzati da gruppi di aspiranti giardinieri per il proprio fabbisogno o per conto della loro comunità locale. Oltre ad offrire agli interessati supporto finanziario per la fase iniziale, viene offerta anche una formazione di base per la gestione di un orto urbano. Molte delle realtà che hanno già aderito sono costituite da sedi di quartieri e comuni, scuole, ospedali, zone residenziali e parchi. La pratica dell’agricoltura urbana non è una novità e viene predicata da anni nella capitale in primis dal London Food Link, il quale raccoglie tutte le organizzazioni e gli individui che si occupano di promuovere un sistema alimentare più sostenibile ed etico per Londra. I membri di questo network sono i più disparati, sono agricoltori o scrittori, ristoratori o dirigenti di comunità. Anche gli allotment (orti urbani) sono una tradizione che risale all’epoca Vittoriana e ai quali si ha accesso attraverso delle graduatorie comunali: Capital Growth sta aiutando anche queste organizzazioni ad espandersi e rinforzarsi incoraggiandone la nascita di nuove. Un altro lato etico della medaglia è che Capital Growth è legato a filo diretto con le Olimpiadi che si terranno nell’estate del 2012 a Londra. Il sottotitolo del progetto infatti è “2012 nuovi spazi per coltivare cibo per Londra entro il 2012”, l’intento del sindaco è quello di riuscire ad arrivare a 2012 nuovi spazi proprio in tempo per i giochi olimpici, in modo da poter sostenerli dal punto di vista alimentare solo con il cibo proveniente dalla capitale. La missione è ambiziosa, ed è stato recentemente proposto di allargare CG alle aree più simboliche della città convertendo le aiuole inutilizzate intorno alla Torre di Londra, al Marble Arch, e sul terrazzo della galleria Hayward in spazi pubblici per la coltivazione dei vegetali, in modo da rappresentare simbolicamente un modello di vita sostenibile. La London Development Agency ha finanziato inizialmente il progetto per una cifra di 87.000 sterline, fondi che sono stati raddoppiati nel giro di poco più di un anno. Per il momento CG può contare su 611 spazi. Ce la faranno ad arrivare a raccogliere 2012 orti urbani? Per saperlo dovremo aspettare l’inizio dei giochi olimpici.
Fonte: LaRepubblica