Progettare piscine sul tetto non è solo un simbolo del lusso, anzi è un’idea per abitazioni sostenibili. Il tetto d’acqua, anche detto roof pond, serve infatti a ridurre il calore che le case nei climi più caldi accumulano nella stagione estiva. L’idea del roof pond ha radici antiche ed è ascrivibile tra le soluzioni di climatizzazione passiva. Certo non si tratta di una vera e propria piscina come provocatoriamente anticipato, ma di una vasca che contiene acqua piovana movimentata da una pompa, che serve a tenere più bassa la temperatura della copertura.
Lo stratagemma del tetto d’acqua è stato utilizzato dallo studio GAD per un progetto realizzato in Turchia, a Bodrum ed intitolato Exploded House perché i diversi corpi che compongono l’abitazione sembrano come esplosi in parti diverse. Sono tre unità di 75 metri quadri separate da piccoli spazi vetrati ed unite al centro dall’arioso ingresso. Ogni unità ha una funzione precisa e contiene un ambiente tra camera da letto, cucina e sala da pranzo. Il clima caldo della zona, ha indotto il progettista a disegnare ampie vetrate che si aprono elettronicamente e scompaiono per lasciare che la ventilazione naturale faccia il suo effetto raffrescando gli ambienti e consentire un affaccio a 180° sul panorama. L’acqua presente sul tetto più alto dei tre blocchi, cade a cascata sugli altri favorendo il raffrescamento dell’aria esterna e garantendo un ottimo isolamento di quella interna. Agli spigoli duri dell’appartamento, si contrappongono le dolcissime curve della copertura, che si inserisce alla perfezione nella natura. Lo specchio d’acqua del tetto riflette il cielo e la vegetazione circostante nascondendo la casa all’interno di un paesaggio del quale è entrata a far parte con discrezione.
Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile