Dopo l’Emilia-Romagna, che con una delibera approvata il 6 dicembre dall’Assemblea legislativa ha disciplinato la localizzazione degli impianti fotovoltaici sul territorio, anche la Toscana interviene nella materia attraverso una proposta di delibera, approvata dalla Giunta regionale e che andrà all’esame del Consiglio regionale dopo il confronto con gli enti locali. Con il provvedimento, firmato dagli assessori all’ambiente e energia Anna Rita Bramerini, al governo del territorio Anna Marson e all’agricoltura Gianni Salvadori, viene fornita una prima individuazione delle zone dove sarà vietata l’installazione di impianti fotovoltaici a terra, in attuazione delle linee guida nazionali sulle rinnovabili emanate lo scorso settembre.
La delibera pone un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (superiori ai 200 kW), favorendo gli impianti di piccola dimensione (da 5 kW a 20 kW) e media dimensione (da 20 a 200 kW), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo.
Con una tabella viene fornito un primo elenco delle aree non idonee al fotovoltaico, distinte per potenza degli impianti e dimensione (da 5 a 20 kW, da 20 a 200 kW ed oltre 200 kW) e per tipologia. Le zone inidonee al fotovoltaico sono: “siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco”, tra cui spicca la Val D’Orcia; “aree e beni immobili di notevole interesse culturale”, “aree e immobili vincolati”, “zone all’interno di coni visivi e panoramici la cui immagine è storicizzata”, “emergenze culturali e zone contigue a parchi archeologici e culturali”, “aree naturali protette”, “zone umide ai sensi della convenzione di Ramsar”; “aree Dop, Doc, Docg e Igp”; “aree classificate a rischio idraulico e geomorfologico e aree adibite a interventi di messa in sicurezza” e infine “zone vincolate in base all’art.142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Sono definite caso per caso le eventuali eccezioni ammesse, per esempio le aree già urbanizzate prive di valore culturale-paesaggistico, le aree degradate e i siti di ex attività estrattive e infine le attività connesse all’agricoltura purché le modalità di installazione abbiano il minor impatto possibile.
I criteri di inserimento degli impianti nelle aree idonee, spiega una nota regionale, saranno invece specificati in un atto successivo così come l’individuazione delle aree non idonee per le altre tipologie di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, biomasse, ecc.). Con questa proposta – ha commentato l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini – la Toscana si allinea agli indirizzi nazionali coniugando lo sviluppo del fotovoltaico con la valorizzazione del territorio rurale e della sua economia. Nei prossimi giorni si aprirà una ulteriore fase di lavoro in cui sarà fatta una rapida ricognizione presso Province e Comuni per raccogliere proposte di individuazione di ulteriori aree non idonee per il fotovoltaico e per le altre energie rinnovabili.
Con questa scelta – afferma l’assessore al governo del territorio Anna Marson – salvaguardiamo il paesaggio rurale e l’agricoltura, attività essenziale alla riproduzione del paesaggio stesso, indirizzando le installazioni di grandi impianti nelle aree già urbanizzate o degradate. Nelle prossime settimane, con atto successivo, specificheremo i criteri per l’inserimento nel paesaggio degli impianti fotovoltaici anche nelle aree idonee.
Fonte: Casa&Clima