Triennale Milano riapre al pubblico ed è subito comunità!

29 Aprile 2021

Da spazio espositivo a laboratorio sociale: l’istituzione milanese punta sull’intelligenza collettiva per promuove inclusione e partecipazione. E rivendicare il diritto alla cultura.

Di PAOLA CARIMATI, ELLEDECOR.COM

Una programmazione culturale ibrida e allargata, che abbraccia discipline e generazioni diverse, è il palinsesto che la squadra di direttor* e curator* di Triennale Milano ha disegnato per i prossimi 12 mesi e condiviso oggi dal Salone d’Onore. Finalmente il Palazzo dell’Arte riapre al suo pubblico, pronto a silenziare le ormai consuete dirette Instagram delle 18.00. Ma i numeri contabilizzati nel 2021 nell’area digital non sono un inciampo, bensì un capitale rassicurante, da cui ripartire in presenza: sul canale YouTube le visualizzazioni complessive sono arrivate a 27.677. La sola mostra di Enzo Mari, la retrospettiva curata da Hans Ulrich Obrist con Francesca Giacomelli (prorogata fino al 12 settembre 2021) ha totalizzato 13.838 contatti su sito triennale.org, alla pagina ‘Organizza la tua visita’. 
Pur consapevoli che quella dell’online sia ormai una modalità sicura e percorribile, è tempo di accomodarsi in giardino: quello che andrà in onda è un autentico carosello che non esclude nessuno. Dalle mostre rimaste sospese ai nuovi format senza dimenticarsi delle cicatrici che la pandemia ha lasciato sui corpi e nei cuori di tutti noi: eccoci restituito un arcipelago di creatività che appunta ovunque, nelle sale dell’edificio di Muzio, ricordi sensibili di una comunità affaticata.

Ma c’è voglia di cultura, è evidente quanto, dopo un anno di stop-and-go, tutti noi sentiamo la necessità non più e non solo di fruirla, ma soprattutto di viverla. “Riaprire è una grande sfida”, afferma Dario Franceschini, Ministro della Cultura, “ma ora è importante, compatibilmente con le anomalie che il Covid ci ha imposto, ripartire con un programma ottimista che coinvolga cinema, teatri, mostre”, e Triennale, come già fatto nel corso del 2020, non disattende le aspettative.

Ottimismo, quindi, della volontà. “Costruire un programma lungo un anno in un momento in cui siamo schiavi di un presente continuo vuol dire ragionare sul futuro”, sposta senza indugi l’asticella più in là Stefano Boeri, Presidente di Triennale. Anche se si ha quasi paura di evocare il ritorno a una timida normalità, ora è importante riportare i cittadini nei luoghi della cultura. Non tanto e non solo per una questione di numeri. Certo, in Lombardia il sistema culturale ha subito una flessione pari al 75%, in termini di visitatori. “Da una media di 700 mila ingressi pre-pandemia siamo scesi a 180 mila, una contrazione drammatica”, prova a fornire qualche dato l’Assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli. La sfida di oggi, per Triennale come per tutte le istituzioni culturali, non sta più solo nel costruire un’offerta all’altezza delle aspettative.

La sfida vera è trasformare i propri spazi in luoghi dove poter tornare a coltivare il senso di comunità, indebolito dall’isolamento: investire sulle idee è il solo modo che abbiamo per combattere le derive disgregative della socialità. “Di tutte le privazioni che abbiamo dovuto affrontare, l’assenza dei luoghi della cultura è stata la più pesante: musei, teatri, biblioteche sono stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Una lacerazione che ha portato con sé anche la violazione di un diritto: il diritto alla partecipazione. Riaprire è il riscatto di quel diritto”, dichiara Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune Milano. “L’unico strumento che in questo momento può consentirci di avviare la transizione verso una vera rigenerazione del bene comune è fare leva sulla forza dell’intelligenza collettiva”, e tornare a partecipare nei luoghi dove questo diritto si esercita. “Rivendichiamo spazi dove possiamo riconoscerci nell’altro, dove poter condividere e incontrarsi: Milano sarà il centro di un’estensione cognitiva che si attiva per includere”.

L’anno culturale urbano che si appresta a vivere Triennale insieme a tutti i suoi amici, è un arcobaleno di eventi pensato per accompagnarci alla XXIII Esposizione Internazionale (Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, a cura di Ersilia Vaudo con la collaborazione dell’architetto Francis Kéré), che aprirà il 20 maggio 2022, e al Centenario di Triennale, avvenimento che cadrà nel 2023. Per l’occasione, sotto la direzione architettonica di Luca Cipelletti lo scorso anno è stato attivato lo studio per la riqualificazione del Palazzo dell’Arte.

Protagonista dell’orizzonte presente, “una squadra che lavora insieme per il bene comune”, Boeri introduce così i protagonisti delle diverse aree tematiche. Ci sono Damiano Gullì per le attività del public program e Marco Sammicheli per il settore Design, moda, artigianato, che hanno sviluppato un programma in cui i diversi ambiti espressivi si intrecciano e dialogano, esplorando i temi centrali del nostro presente. Il Teatro dei Burattini, il palco e il bosco ospiteranno dai cicli di incontri Design & Fotografia alle Masterclass, la prima dedicata a Pio Manzù, agli omaggi ai Quarant’anni di Memphis. Mentre all’interno, il Museo del Design Italiano si arricchisce di nuove importanti acquisizioni e comodati, tra i quali opere di Carlo Mollino, Luigi Molinis, Ettore Sottsass, Nanda Vigo, Angelo Mangiarotti, Joe Colombo. In attesa di presentarsi a settembre con una veste nuova.

Lorenza Baroncelli il compito di introdurre le grandi mostre. Due su tutte, ‘Vico Magistretti. Architetto milanese’ (11 maggio – 12 settembre 2021 a cura di Gabriele Neri) e ‘Carlo Aymonino. Fedeltà al tradimento’ (14 maggio – 22 agosto 2021, nata da una idea di Livia e Silvia Aymonino, a cura di Manuel Orazi). Non poteva certo mancare l’aggancio ai temi di stretta attualità con questo affondo politico nel lavoro di uno dei protagonisti più autorevoli della storia dell’architettura: dal quartiere Spine Bianche di Matera al Gallaratese di Milano con il suo lavoro ci riporta alla genesi del discussione sul rapporto centro-periferia. Un tema quest’ultimo centrale anche nel rapporto di stretta sinergia che l’Istituzione milanese coltiva con il Comune di Milano. Proseguono infatti anche le attività del Milano Urban Center, spazio di racconto e ricerca sulle trasformazioni urbane: “insieme a 12 gruppi di giovani architetti stiamo indagando quattro macro aree progettuali: rigenerazione urbana, città a 15 minuti, forestazione, Milano pre e post pandemia”, spiega Lorenza Baroncelli. “Un primo step di ricognizione progettuale che ci porterà alla definizione del Padiglione Milano, un hub progettuale che inaugureremo con la XXIII Esposizione”. Triennale sveste così i panni del Palazzo per indossare quelli di laboratorio sociale e trasformarsi in centro di produzione culturale. Come nel caso della collaborazione con la Casa Circondariale Francesco di Cataldo – San Vittore, che attraverso il concorso d’idee ‘San Vittore, spazio alla bellezza’, porterà nei prossimi mesi alla riprogettazione di alcuni luoghi del carcere. Senza dimenticarci della quarta edizione del festival FOG Triennale Milano Performing Arts, a cura di Umberto Angelini, dei progetti di Romeo Castellucci, Grand Invité per il quadriennio 2021 – 2024, e della stagione teatrale che ripartirà da ottobre a dicembre. Ma anche de ‘La Vita Moderna’ la prima personale in Italia del regista e fotografo francese Raymond Depardon (con Fondation Cartier, ottobre 2021 – marzo 2022) e le ultime mostre del ciclo Mestieri d’Arte e Design. Crafts Culture, in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

“Se davvero vogliamo che la comunità, dopo mesi di isolamento, riscopra il valore della partecipazione”, conclude Boeri, “dobbiamo essere in grado di fornire risposte funzionali alla vita sociale della nostra città”. Triennale c’è.

Visita: triennale.org

Credit: www.elledecor.com