È alimentato a idrogeno, non produce nessuna emissione inquinante, ha 450 chilometri di autonomia, ma non è frutto dell’ingegneria americana di Tesla. Bensì della spiccata tecnologia italiana dell’umbra Rampini. Stiamo parlando di Hydron: il primo autobus a idrogeno made in Italy, capace di trasportare fino a 48 persone.
Progettato e prodotto negli stabilimenti della stessa Rampini, che si trovano a Passignano sul Trasimeno (in provincia di Perugia), Hydron lungo 8 metri e largo 2,20 metri – viaggia alla velocità di 70km/h, ed è dotato di accesso e di postazione per le persone diversamente abili, Hydron. Inoltre, come sottolinea la stessa azienda, oltre a essere disponibile nel modello 2 e 3 porte, può essere identificato come la versione evoluta rispetto ad altri modelli a idrogeno in circolazione, sia in termini di prestazioni sia di design, per essere sempre al passo con i tempi e con le esigenze di autisti e passeggeri.
Le caratteristiche di Hydron
Partendo dal presupposto che combina una batteria ad alta prestazione con una cella a combustibile che alimenta la batteria (che ha una potenza pari a 30kWh) e che il serbatoio dell’idrogeno ha una capacità pari a 10,8 chilogrammi, Hydron è equipaggiato con motore elettrico a trazione posteriore, con una potenza massima di 230 kW.
Le logiche di funzionamento della Fuel Cell e delle batterie sono governate dal Energy Balanci System: un unità elettronica in grado di dialogare con tutti i sistemi di bordo e che sovrintende alla produzione di energia attuando algoritmi appositi per il raggiungimento delle
massime performance. Peraltro, avendo un’autonomia di 450 chilometri, è assolutamente in grado di svolgere servizio urbano. senza dover essere ricaricato.
Inoltre, considerando che gli unici prodotti di scarto generati durante il funzionamento sono calore e vapore acqueo, l’autobus made in Italy non emette quindi nessun materiale inquinante. Il rifornimento avviene, a fine servizio, presso la stazione di rifornimento e generazione a idrogeno Green dove l’idrogeno è prodotto mediante il processo diretto di elettrolisi alimentato da energia prodotta pannelli fotovoltaici oppure con eolico. La stazione di rifornimento attinge quindi direttamente al serbatoio in loco per il rifornimento dei veicoli.
Rampini e la sostenibilità
Con un fatturato di circa 24 milioni di euro e oltre 100 dipendenti, Rampini ha fatto della sostenibilità un valore fondante dell’azienda, dato che è specializzata nella progettazione e produzione di autobus elettrici e ibridi, veicoli e attrezzature civili e militari.
Nata il 24 aprile del 1945 a Passignano sul Trasimeno dall’idea di Carlo Rampini e Fernanda Pepini – che hanno così implementato la loro esperienza nel campo della meccanica e dell’idraulica – Rampini nel corso degli anni è diventata una delle più importanti realtà produttive tra le pmi italiane, al punto da evolvere il suo operato, iniziato con la manutenzione e l’ispezione di veicoli comuni e speciali, servizi e assistenza.
Infatti, dopo aver deciso di scommettere sullo sviluppo di soluzioni green, anche grazie alla sua vena innovativa e sostenibile, la società agli inizi degli anni 2000 ha ulteriormente incrementato la sua attività progettando e producendo autobus elettrici e ibridi e veicoli elettrici per la raccolta e il trasporto dei rifiuti urbani.
Business che ha portato, per esempio, nel 2010 alla commercializzazione del primo bus elettrico, l’E80, mezzo per il trasporto pubblico, di lunghezza pari a otto metri e in grado di trasportare fino a 48 passeggeri, nel 2015 a E60, bus a 6 metri pensato per il traffico cittadino. Da lì l’idea nel 2018 di iniziare a produrre bus con motore endotermico. Ed è qui che si arriva al 2021, con la progettazione e la produzione di Hydron, che era stato già realizzato come prototipo nel 2008.
Ricerca e sviluppo
Il centro di progettazione e produzione umbro, dove ha anche sede la direzione dell’azienda, è dotato di un reparto altamente tecnologico, con strumentazione all’avanguardia e un team di progettazione, composto per oltre il 15% da ingeneri e tecnici ad alta specializzazione. Aspetto che dimostra quanto sia importante la ricerca e sviluppo per l’azienda e la necessità di portare al proprio interno personale
altamente selezionato e qualificato. Non è quindi un caso, se oggi Rampini investe il 10% del fatturato in ricerca e sviluppo ed esporta in paesi come Grecia, Francia, Germania, Austria e Spagna.