Penso che nessun Paese, nessuna cultura, possa vantare nell’arte del manifesto altrettanta antichità di tradizione, diversità creativa e ricchezza produttiva del Giappone. Si tratta di un genere che, oltre a fornire una prospettiva unica sulle più recenti creazioni della grafica e della comunicazione, offre uno spaccato della società spesso illuminante sul suo divenire in quanto espressione di coloro che costantemente ne captano, trasmettono e infine orientano il gusto attraverso immagini di qualità estetica e formativa.
A scriverlo è Gian Carlo Calza, docente di Storia dell’arte dell’Asia Orientale all’ Università Ca’ Foscari di Venezia, direttore dell’ International Hokusai Research Centre e curatore nel 1979 per il Museum für Gestaltung di Zurigo di una mostra dedicata alla grafica del Sol Levante. E lo fa in un testo scritto in occasione della mostra Graphic deisgn dal Giappone. 100 poster 2001-2010, a cura di Rossella Menegazzo, ospitata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa nella sua Galleria in Piazza San Marco a Venezia (fino al 17 ottobre).
Basta farsi un giro per Tokyo e le parole di Calza trovano subito un’immediata corrispondenza. Vi capiterà, giusto per fare un esempio, di imbattervi in manifesti che ritraggono figure curiose, di color rosa e simili a robot, che pubblicizzano la PASMO, una delle carte per i mezzi di trasporto cittadini. I cento manifesti in mostra sono il frutto di una selezione tra migliaia di poster presentati ogni anno per l’assegnazione di premi prestigiosi. Nel comitato di selezione figurano due maestri della grafica giapponese: Kazumasa Nagai e Shin Matsunaga.
A colpire di questi manifesti è la ricchezza cromatica e dei segni, dove si unisce la calligrafia giapponese con quella occidentale, ma soprattutto la commistione di tradizione antica e futuro. Un’arte sì popolare, realizzata quasi sempre su commissione, soprattutto nell’ambito pubblicitario, ma che ha visto nella storia prove di eccellenza. Nella mostra, che si inaugura in concomitanza con la Mostra Internazionale di Architettura (il caso vuole che sia diretta quest’anno dall’architetto giapponese Kazuyo Sejima), convivono opere di maestri riconosciuti a livello internazionale, come lo stesso Kazumasa Nagai, con quelle di giovani come Chie Morimoto. Inoltre ogni metà agosto si commemora l’anniversario della tragedia di Hiroshima (e di Nagasaki il 9 agosto), un evento che viene ricordato ogni anno dai più importanti graphic designer giapponesi con la produzione di una serie di manifesti dal titolo Hiroshima Appeals. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione per la pace, espressa attraverso la grafica. Manifesti per non dimenticare, alcuni dei quali, quelli più rappresentativi, sono in mostra.
Fondazione Bevilacqua La Masa, Galleria di Piazza San Marco, 71/c, Venezia
Da mercoledì a domenica 10.30 – 17.30, lunedì e martedì chiuso. Catalogo Electa.
Fino al 17 ottobre 2010.
Fonte: Luxury24