L’analisi, che comprendeva nove studi che hanno coinvolto sette paesi e un totale di oltre otto milioni di persone, fornisce una forte evidenza dell’impatto dell’aumento delle aree verdi sulla riduzione della mortalità precoce. L’analisi appare di fondamentale importanza se pensiamo che oltre la metà (e la percentuale arriverà al 70% nel 2050) della popolazione mondiale vive in aree urbane dove spesso mancano aree verdi realmente fruibili. Esiste una pletora di studi pubblicati su riviste nazionali e, soprattutto, internazionali che suggeriscono che gli spazi verdi nelle città hanno un effetto positivo sul nostro benessere psicofisico, riducendo lo stress, migliorando la salute mentale, abbassando il rischio di malattie cardiovascolari, influendo positivamente sui problemi del metabolismo e diminuendo, quindi, la possibilità di morte prematura.
Tuttavia, molti di questi studi hanno esaminato solo un momento specifico e utilizzato modi diversi per misurare l’esposizione al verde. Questo è il motivo per cui il team di ricerca dell’IS Global ha deciso di riassumere le prove disponibili e concentrarsi su studi che seguono la stessa coorte di individui per diversi anni. Per questo hanno utilizzato una semplice misura dell’esposizione allo spazio verde, l’NDVI, sulla base di immagini satellitari. L’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) è un indice di vegetazione normalizzato ed è il principale indicatore da satellite della presenza di vegetazione sulla superficie terrestre e del suo evolversi nel tempo. Sulla base di questo indicatore che varia da -1 (assenza di vegetazione a causa della densità urbana) a +1 (ipotesi di copertura totale, ma in genere non si arriva mai al valore massimo, anche se le foreste pluviali temperate e tropicali in salute si avvicinano molto) hanno considerato la mortalità prematura per tutte le cause. Lo studio, come detto, ha coinvolto otto milioni di individui in totale, da sette paesi diversi (Canada, Stati Uniti, Spagna, Italia, Australia, Svizzera e Cina). La meta-analisi di questi studi ha rilevato che un aumento del verde intorno alle case è significativamente associato a una ridotta mortalità prematura. Nello specifico, lo studio fornisce una stima dell’effetto protettivo: una riduzione del 4% della mortalità prematura per ogni incremento di 0,1 del valore dell’NDVI, entro 500 metri dalla residenza.
Questa è la sintesi più ampia e completa fino ad oggi sugli spazi verdi e la mortalità prematura”, e i risultati sottolineano la necessità interventi e politiche per aumentare gli spazi verdi come una strategia per migliorare la salute pubblica. Inoltre, questo studio fornisce informazioni importanti che possono già essere utilizzate in futuri studi sulla valutazione dell’impatto sulla salute (Health Impact Assessment – HIA). Per questo motivo si stanno attualmente applicando i risultati della suddetta meta-analisi per stimare il numero di morti premature che potrebbero essere prevenute nelle città di tutto il mondo se le città stesse raggiungessero il loro ambizioso obiettivo di aumentare le infrastrutture verdi. A ciò si aggiunge che i programmi di incremento del verde urbano, ben pianificato, progettato, realizzato e gestito e non fatto di piantagioni a caso, solo per aumentare il numero degli alberi/procapite, non sono solo la chiave per promuovere la salute pubblica, ma aumentano anche la biodiversità e mitigano gli impatti dei cambiamenti climatici, rendendo le nostre città più sostenibili e vivibili.