Il colore, protagonista del paesaggio antropico
Il colore della città e del paesaggio in costante evoluzione tra restauro ed innovazione, in luoghi come questi, si conferma protagonista dell’ambiente con una tale evidenza da porsi con forza al centro dell’attenzione per la salvaguardia dell’identità storica sia dei borghi storici che del territorio.
Del resto la riforma del Codice dei Beni Culturali ha introdotto importanti modifiche nel settore della tutela che muovono dalla considerazione, ribadita di recente dalla Corte Costituzionale, che il paesaggio è un valore “primario e assoluto” che deve essere tutelato dallo Stato in modo prevalente rispetto agli altri interessi pubblici, stabilendo precisi criteri in materia di governo e di valorizzazione del territorio.
Per tali ragioni il colore si trova anche a svolgere un ruolo del tutto inedito nel panorama urbanistico e, allo stesso tempo, un ruolo strategico di primo piano per la conservazione dei valori culturali ed ambientali diffusi nel territorio che, proprio attraverso la fruizione del paesaggio, sono percepiti, risultando identificabili sul piano del riconoscimento formale. Partendo da questo presupposto le novità introdotte dal Codice rafforzano l’esigenza di tutela dell’ambiente a vari livelli: a cambiare, in primis, è stata la stessa definizione di “paesaggio” che è stata adeguata ai principi della Convenzione Europea ratificata nel 2004 e alle finalità di tutela proprie del Codice. Tuttavia il paesaggio, sotto il profilo antropico, si caratterizza con l’edificato storico e le sistemazioni agrarie.
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