Abstract
Città Vecchia – Tratto mura
Gruppo di ricerca: arch. Laura Aiello, arch. Andrea Bacci, prof. Maria Teresa, Bartoli arch. Carlo Battini, Phd arch. Antonello Bello, arch. Michela Bigagli, Phd arch. Carolina Capitanio, arch. Simone Cincinelli, arch. Francesca Concas, arch. Michele Cornieti, Phd arch. Claudia De Bartolomeo, dott. geol. Serena Di Grazia, Phd arch. Sergio Di Tondo, arch. Filippo Fantini, Phd arch. Laura Ferrario, arch. Giulia Galeotti, arch. Erica Ganghereti, arch. Cuahutemoc Giancaterino, arch. Mauro Giannini, arch. Stefania Iurilli, arch. Gaia Lavoratti, Phd arch. Massimiliano Masci, Phd arch. Giampiero Mele, Phd arch. Alessandro Merlo, arch. Valentina Musto, arch. Angela Pintore, arch. Vera Ramos, arch. Piero Salemi, arch. Enrico Salvadori, arch. Marta Salvatore, arch. Filippo Susca, Phd arch. Giovanna Taddei, arch. M. Tiefenthaler, Phd arch. Francesco Tioli, Phd arch. Laura Velatta, Phd arch. Giorgio Verdiani. Collaboratori: Andrea Aliperta, Matteo Bargellini, Francesca Bulletti, Elia Carli, arch. Marco Giampellegrini, Cinzia Jelencovich, arch. Marco Micoli, arch. Marco Nardini, arch. Tzeni Nomikou, Federico Piras, Perrine Sauvage.
Le mura urbane di Massa Marittima
La cortina muraria di Massa Marittima nello sviluppo della sua lunghezza misura circa 2.500 metri e disegna un perimetro assai irregolare con la netta divisione tra Borgo e città Vecchia e città Nuova dovuta alla presenza della fortificazione del Cassero senese.
Il complesso delle mura di Massa Marittima è perciò costituito da due perimetri distinti che cingono rispettivamente: il Borgo e Città Vecchia, il tessuto urbano della Città Nuova, e a separazione e contatto tra le due cinte il Cassero senese a lato di Monteregio
Premessa per la conoscenza delle mura di Massa Marittima
La tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio ambientale, architettonico e storico costituiscono attualmente una priorità per gli organi ministeriali responsabili sia nel panorama nazionale e sia in quello europeo: sono obiettivi sensibili sostenuti dalle leggi di tutela sul paesaggio. Proteggere, valorizzare e fruire di un bene significa conoscerlo e scientificamente identificarne tutte le caratteristiche, analizzarlo nel suo stato attuale e individuare i metodi di intervento possibili.
La Torre del Candeliere e l’Arco Senese
Se l’oggetto di studio è un bene architettonico di notevoli dimensioni anche se territorialmente circoscritto (quale è la cinta muraria che circonda il doppio centro storico di Massa Marittima) per definire oggettivamente le sue caratteristiche materiali e la sua funzione attuale e di memoria è stato necessario studiare più sistemi complessi interrelati fra loro e scoprirne le connessioni.
Massa di Maremma, attuale Massa Marittima, rappresenta un raro esempio del legame conservato tra città e mura. Il perimetro difensivo del percorso murario delimita e separa qui ancora oggi, con chiarezza e per quasi la totalità del recinto, l’abitato del centro storico dalla campagna esterna, racchiudendo i monumenti religiosi e civili dei due “abitati” cittadini e convogliando il flusso di ingresso e uscita attraverso le porte nelle direttrici dei più antichi percorsi.
Le mura visibili debbono essere capite in almeno quattro aspetti:
- sono un bene culturale, un’opera architettonica difensiva eseguita con particolare capacità costruttiva e tecnologica dagli addetti
- sono percepite dagli abitanti come il riparo, il limite e il contenitore simbolico e reale della loro città
- per la società che le ha ereditate sono un “segno” architettonico ricco di significati che vanno oltre la funzione di difesa e protezione militare ma consolidano un posizionamento sapiente e strategico del luogo in un interscambio legato al “disegno” territoriale
- oggi sono, esse stesse nella loro consistenza planimetrica, un vero luogo urbano con possibilità di partecipazione progettata alla vita di relazione della città e del suo paesaggio circostante
L’approccio integrato di rilevazione storica, documentaria e accuratamente misurata del costruito e del paesaggio circostante è diventato lo strumento necessario e innovativo per affrontare i progetti di salvaguardia, gestione e valorizzazione del bene architettonico e paesaggistico.
L’indagine preventiva e la conoscenza mirata sono infatti l’unico strumento che consenta di preservare sia l’architettura monumentale sia il patrimonio architettonico diffuso e l’ambiente.
Questo concetto, ormai largamente condiviso dalle scuole di “restauro”, sin dalla famosa frase di A. Emiliani “conoscere per conservare”, ha contribuito dal secolo scorso a rendere emergenti le motivazioni concrete e teoriche della conservazione dei beni e la cultura del restauro, ed ha inoltre concorso a creare una attenzione puntuale su tutti i mezzi ed i sistemi di approccio alla realtà antropizzata: dal dato storico, alla iconografia, alla misura.
Il rapporto tra architettura, città, ambiente e paesaggio è un aspetto di notevole rilevanza per poter concepire un “governo”, una gestione che sia in grado di capire e far interagire le connessioni esistenti. E’ ormai un convincimento palese e diffuso, non solo per gli addetti, che per ottenere la conoscenza sufficiente e diretta a fini precisi del costruito, dal territorio alla architettura, occorra mettere in atto le campagne adeguate di analisi e assunzione dei dati, guidate da esperti, per la quantificazione e la descrizione oggettiva e critica dello stato di fatto, seguite dalla analisi e dalla elaborazione dei dati acquisiti per arrivare a connettersi con gli obiettivi progettuali che potranno seguire e che permetteranno a quei luoghi di continuare a vivere nel tempo.
Sezione sulla via Massetana col prospetto del tratto di muro
I passaggi teorici e tecnici di queste indagini sintesi, letture critiche e filologiche se condotte con metodo appropriato e oggettività portano a possedere un bagaglio di conoscenze che i mezzi attuali di elaborazione tecnologica consentono di conservare, comparare e gestire, fornendo un vero appoggio logistico non solo agli studiosi ma agli operatori tecnici e amministrativi che potranno farne un uso di strategia e cura.
Se per ben governare bisogna conoscere, occorre esprimere la conoscenza attraverso mezzi e strumenti adeguati. Lo studio effettuato intorno alle mura urbane di Massa Marittima, attraverso i saggi e il vasto rilievo integrato che sono stati effettuati mettono in evidenza le conoscenze storiche, le problematiche particolari dei settori esaminati e le filosofie del fare, ma anche le metodologie appropriate e le indicazioni scientifiche interessanti per l’analisi e la documentazione complessa del bene esaminato.