Ex Macello Comunale di Casalecchio di Reno. Ipotesi di adattamento architettonico e strutturale

Ex Macello Comunale di Casalecchio di Reno. Ipotesi di adattamento architettonico e strutturale

Relatore: Prof. Silvio Van Riel
Correlatore/i: Arch. Alberto Ridolfi, Arch. Enrico Sabatini
Laureando/i: Manuela Naldi
Anno accademico: 2009/2010

Abstract

 

La presente relazione di tesi di laurea relativa al complesso dell’ex macello comunale si inquadra nel programma stabilito dalla Regione Emilia-Romagna per l’espletamento delle attivita professionali finalizzate alle verifiche tecniche dei livelli di sicurezza strutturale, mediante rilievi, definizione e coordinamento della campagna di indagini diagnostiche, modellazioni numeriche ed analisi strutturali, della costruzione sopra individuata, da effettuare in conformita alle vigenti norme tecniche statali e regionali; in particolare:

 

Decreto ministeriale 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”, DPCM 12 0ttobre 2007 “Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”, deliberazione della Giunta regionale n. 936 del 23 giugno 2008, Allegato 3 “Istruzioni tecniche per lo svolgimento delle verifiche su edifici compresi nel programma ex art. 2 comma 2 OPCM 3362/2004 e s.m.i. – Annualita 2005”.

La presente relazione di studio si articola e si inquadra nelle specifiche dettate dal Servizio Sismico Regionale, con specifico riferimento alla Relazione Metodologica, sintetizzabili nei seguenti punti:

– Il percorso conoscitivo, che si articola nell’analisi storica e nella ricerca documentale; nella descrizione analitica e particolareggiata delle fasi costruttive; nella descrizione dello stato architettonico e strutturale attuale; nella disamina dei sistemi resistenti e nella valutazione delle criticita esistenti;

– nella definizione delle modellazioni numeriche; nelle modellazioni numeriche, nella tipologia di analisi strutturale e nelle procedure che si intendono adottare per la definizione dei livelli di sicurezza, nonche, nella definizione dei valori di accelerazione al suolo corrispondenti agli stati limite definiti dalle norme tecniche vigenti e dei loro rapporti con le accelerazioni attese;

– nelle conclusioni finali che indicano i punti principali di vulnerabilita delle strutture ed i rimedi adeguati per attuare un corretto miglioramento sismico dell’Unita Strutturale analizzata.

La piu corretta ed efficace applicazione delle norme riguardanti il miglioramento degli edifici in muratura ordinaria, come indicato dai lineamenti regionali, passa attraverso una meticolosa conoscenza dell’opera oggetto dell’intervento; “conoscenza dell’opera” che va intesa in senso lato e non limitata soltanto allo studio delle condizioni e delle caratteristiche dei vari elementi che vanno a formare la costruzione stessa. Infatti,

l’intervento tecnico deve mirare in ogni caso a “salvare” il manufatto lasciando ad esso la “propria dignita”, operando nel rispetto della sua storia, del suo valore e significato architettonico e della sua funzione all’interno del contesto urbanistico; lasciando inalterati, oltre che i “rapporti di confidenza” con il terreno su cui sorge, le caratteristiche costruttive

dal punto di vista tipologico, con tutti i materiali che le definiscono. Al di la di quelli che possono essere gli indirizzi tecnici in ordine alla scelta del tipo di intervento da adottare, e convinzione ormai radicata in tutti che nella maggior parte dei casi il danno arrecato ai manufatti dagli interventi di “messa a norma” e piu deleterio di quello prodotto dallo stesso evento sismico. Cosi come rimane opinione generale che il perseguire per una costruzione il raggiungimento della sicurezza sismica, prescindendo dalla conoscenza di tutti i parametri storici che la caratterizzano, puo condurre a fornire all’opera condizioni di disagio statico non piu reversibile.

L’esigenza, cosi fortemente sentita ed espressa nelle considerazioni precedenti, di acquisire un “feed-back” di conoscenze sull’opera oggetto dell’intervento, si pone altresi alla base di valutazioni rivolte ad aspetti del problema tutt’altro che trascurabili e che riguardano l’effettiva fattibilita di un programma destinato al recupero ed al miglioramento di un patrimonio edilizio esistente sul territorio nazionale assai cospicuo e di notevole interesse.

I fabbricati del complesso dell’ex macello comunale siti in via Andrea Costa, rientrano in questo quadro e per questo sono stati sottoposti, al fine del presente progetto di tesi di laurea, ad un monitoraggio della propria struttura per un efficace controllo sia sotto il profilo statico sia in materia antisismica essendo anch’essi edifici di interesse strategico, opere infrastrutturali la cui funzionalita durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalita di protezione civile in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

Si deve ricordare che al momento della costruzione il territorio comunale di Casalecchio di Reno non era classificato sismico, cosa che avverra con la riclassificazione nazionale del 2003 (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3224/2003) Nel caso specifico sono stati eseguiti una serie di saggi ed indagini geologiche. In particolare, a seguito dell’esecuzione dei rilievi architettonici e strutturali sono stati eseguiti saggi sulle strutture di fondazione e sulle porzioni delle murature portanti al fine di valutare lo stato di conservazione delle malte e dei laterizi. Nell’indagine sono state effettuate prove con lo sclerometro ed il pacometro.

Questa operazione e risultata essenziale per definire i parametri di riferimento per le opportune verifiche statiche e sismiche eseguite sulle strutture del fabbricato principale e per il raggiungimento di un determinato grado di conoscenza della struttura e di caratterizzazione numerica dei materiali costituenti.

Il concetto di consolidamento o meglio di riabilitazione strutturale degli edifici storici costituisce un aspetto metodologico che nasce e si sviluppa nell’ambito del restauro architettonico e dei monumenti. In passato, frequente negli anni dal 1960 al 1990, l’aspetto del consolidamento statico, come veniva in genere definito, veniva interpretato come soluzione alternativa alle “vetuste” strutture da restaurare e, sia gli ingegneri strutturisti che gli architetti restauratori spesso trovavano modi migliori ed alternativi, per sollevare da impegno statico le originali strutture, con altre in acciaio o in cemento armato e miste, secondo le nuove tecnologie costruttive e con nuovi materiali, non omogenei alle strutture originali.

Tale concezione di carattere essenzialmente ingegneristico ha affermato nel tempo il concetto che qualsiasi struttura ed impianto architettonico possa essere conservato nel tempo con il semplicistico artificio di trasformare gli impianti architettonici da portanti a “portati”, affiancando od inserendo nuovi elementi orizzontali o verticali in cemento o ferro, capaci di sopportare l’impegno statico in origine delegato alle vecchie strutture. Tutto cio ha comportato mutamenti degli assetti statici delle strutture, differenze di assestamento e modi di reagire ai carichi differenti in una stessa struttura, provocando concentrazioni di carichi in nuovi punti non prestabiliti, disomogeneita di comportamento fra le diverse parti della struttura e contribuendo a creare dissesti e degrado nelle strutture originali.

Per questo, in epoche piu recenti e soprattutto nell’ambito della scuola fiorentina si e venuto modificando il concetto piu storico del consolidamento, reinterpretandolo nel termine ritenuto piu corretto di “riabilitazione strutturale’, intendendo per essa il procedimento tendente ad analizzare la struttura architettonica originaria, individuandone il modello statico originale e le trasformazioni subite nel tempo, quale elemento fondamentale per spiegare le azioni perturbatrici, causa della formazione dei dissesti (lesioni e deformazioni).

Tale procedimento si basa quindi in un accurato rilievo strutturale che permette di identificare le varie componenti portanti del fabbricato al fine di individuare il criterio di rottura, in relazione ai materiali ed allo schema statico della struttura. Accanto ad esso, la ricerca storica permette, se correttamente effettuata, di individuare le trasformazioni che il fabbricato ha subito nel tempo e, attraverso il rilievo strutturale, di valutarle staticamente.

Il rilievo strutturale pertanto quale elemento fondamentale, unitamente all’analisi dello stato di conservazione dei materiali, per la conoscenza statica, dunque per la compilazione del quadro generale delle verifiche statiche e sismiche degli elementi che compongono la struttura portante, e la base sulla quale identificare il quadro generale dei dissesti, caratterizzati da lesioni e deformazioni, che possono, nel tempo, aver modificato il sistema statico originale.

Le operazioni sopra descritte si ritengono necessarie anche al fine di evitare errori compiuti nel passato quando, nella maggioranza dei casi, si procedeva ad intervenire sulleffetto piuttosto che sulla causa generatrice del dissesto e del conseguente degrado strutturale del fabbricato, provocando quei problemi, in seguito definiti “dissesti da consolidamento”.

Per i motivi sopra espressi al termine “consolidamento” oggi viene preferito il termine “riabilitazione”, quest’ultimo piu corretto e piu vicino ai principi del restauro portato avanti dalla scuola fiorentina.

 

Riferimenti tratti dal testo “Consolidamento degli edifici Storici, Appunti e Note’ a cura di Silvio Van Riel – Universita Degli Studi di Firenze, Facolta di Architettura, Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici, edizione 2007 Centro Stampa AZ Firenze.

 

 

Bibliografia essenziale e fonti:

Vincenzo Paioli, Saluti Da Casalecchio Di Reno – Pontenuovo Editrice Bologna

Lilla Lipparini, Casalecchio Di Reno – prima edizione 1953 – seconda edizione 1983 – Arti Grafiche Tamari Bologna

Daniele Donghi, Manuale dell’Architetto – Materiali, Elementi Costruttivi e Finimenti Esterni delle Fabbriche – volume I parte I – 1923 – Unione Tipografico-Editrice Torinese

Daniele Donghi, Manuale dell’Architetto – Mercati del Bestiame, Ammazzatoi e Macellerie – volume II parte I – 1923 – Unione Tipografico-Editrice Torinese

G.A.Breymann, Costruzioni Metalliche – quarta edizione completamente rifatta . 1853 – volume III – Antica Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi

Renato Fabbrichesi, Elemento delle Costruzioni (Civili e Industriali) – III edizione completamente rifatta – Zannoni Editore Padova

Misuraca, La Tecnica del Fabbricare – volume II

Luca Zevi, Il Manuale del Restauro Architettonico – II edizione 2002- Mancosu Editore

Paolo Rocchi, Manuale del Consolidamento contributo alla nascente trattatistica, 1994 – Edizioni dei Roma Tipografia del Genio Civile

Silvio Van Riel, Consolidamento degli Edifici Storici, Appunti e Note, edizione 2007 – Centro Stampa AZ Firenze

 

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