Abstract
IL PALAZZO DELL’ARENGO: PREMESSE AL RECUPERO
Il presente studio sul Palazzo dell’Arengo di Rimini prende lo spunto da una serie di indagini tecni-co-conoscitive che, da diversi anni, i competenti settori dell’Amministrazione pubblica riminese hanno avviato in merito allo stato di conservazione del manufatto ed alle sue eventuali nuove desti-nazioni d’uso.
Dal momento che non mancavano, a Rimini e nel suo circondario, manufatti ancor peggio conservati dell’Arengo e quindi tali da giustificare un lavoro di tesi, non poco peso ha avuto nella nostra scelta il valore rappresentativo che l’edificio, in quasi otto secoli di storia, ha avuto ed aveva ancora fino a pochi anni or sono quale sede dei Consigli Comunali della città, testimonianza e simbolo della partecipazione del civis al governo della res publica ariminensis.
Per ultimo, ma di non minore importanza, il fatto che l’Arengo sia da considerarsi elemento di un unicum architettonico ed urbanistico evolutosi nel corso di questi secoli quale è oggi piazza Cavour, la cui valenza è di fondamentale importanza nell’assetto non solo urbano di Rimini.
Analogamente alla maggior parte dei palazzi pubblici o “Arrenghi” che sorsero un pò ovunque in Italia intorno al sec. XIII, quello di Rimini segue uno schema tipologico semplice e di chiara lettura: un vasto portico al piano terreno, con soprelevazione di poche alzate rispetto alla piazza antistante, per ospitare armi ed armati; un piano nobile superiore, destinato ai Consigli della cittadinanza, col-legato al piano terra mediante una scalinata esterna.
Il portico, che in origine proseguiva anche verso il lato ad est del palazzo, è impostato con sei archi a sesto acuto, quindi gotici, su piloni e mezze colonne in mattoni, a loro volta poggianti su tozzi ba-samenti a base rettangolare in pietra.
E’ senza dubbio uno dei primi esempi nell’architettura civile italiana di quel periodo, di transizione tra Romanico e Gotico.
RILIEVO GRAFICO-TECNICO
Nella consapevolezza dell’importanza del rilievo in uno studio di Restauro si è insistito sui partico-lari, descrivendo ogni ambiente, ogni soluzione tecnologica con dettagli costruttivi al fine di una migliore conoscenza del Palazzo dell’Arengo.
La fedeltà del rilievo è la prima caratteristica di questo studio e rappresenta un tentativo concreto di applicazione pratica degli accordi fissati dalla “Carta del Restauro” del 1972.
Carta del Restauro 1972 “…la redazione del progetto per il restauro di un’opera architettonica deve essere preceduta da un attento studio sul monumento condotto da diversi punti di vista, relativamente all’opera originaria, come anche alle eventuali aggiunte o modifiche.
PROSPETTO SU PIAZZA CAVOUR
E’ il prospetto “importante”, è l’immagine stessa dell’Arengo di oggi per Rimini ed i riminesi.
Le poche alzate che elevano il Palazzo e l’intero comparto dalla la quota di calpestio della Piazza, slanciandone l’effetto visivo, l’elegante portico gotico, ancora in buono stato di conservazione, la leggera curva della cornice in pietra alla base delle quattro grandi polifore rastelliane, i pluviali in pietra, la merlatura guelfa anche questa frutto dello stesso progetto, la mole massiccia della torre, la fontana barocca tra l’Arengo e il Palazzo Garampi e, in alto, l’ala di collegamento tra i due Palazzi: tutto questo si è cercato di restituire il più fedelmente possibile su questa tavola di rilievo.
PROSPETTO RETRO SU VIA VERDI
È senza dubbio il prospetto che, più degli altri, evidenzia la storia del Palazzo dell’Arengo, dal mo-mento che sono ancora visibili chiarissimi i segni delle sue trasformazioni, delle demolizioni, delle ricostruzioni, le impronte degli edifici un tempo ad esso addossati, così come le tracce delle aperture un tempo esistenti e poi occluse.
Ci restituisce anche il disegno del prospetto della torre, evidenziando nel diverso tono di colore della muratura la porzione della medesima ricostruita dopo i due terremoti del 1916.
SEZIONE TRASVERSALE
La sezione in oggetto taglia il portico passante per intero nel senso della sua lunghezza e, rivolgen-dosi verso il lato orientale dell’Arengo, evidenzia il disegno e gli elementi del prospetto a piano terra che si affaccia appunto su tale porta: la porta d’ingresso al mezzanino, abitazione del custode, la piccola apertura al piano superiore, la lapide in pietra indicante le unità di misura dimensionale in vigore nel Medio Evo, ancora in buono stato di conservazione.
SEZIONE LONGITUDINALE
Restituisce il disegno della parete interna del portico, al piano terra, con le grandi aperture a sesto acuto frutto del progetto Rastelliano, il portale barocco di cui abbiamo già trattato, nonché la parte interna della parete posteriore del salone, nonché il prospetto per il lato della torre che si affaccia verso Piazza Cavour.
IPOTESI DI CONSOLIDAMENTO DELLA COPERTURA
Gli interventi di consolidamento necessari consistono nelle seguenti operazioni:
a) Consolidamento degli appoggi mediante la costituzione di nuove testate in acciaio con elimi-nazione delle parti ammalorate.
b) Irrigidimento dei nodi della capriata mediante l’inserimento di piastre in acciaio imbullonate.
c) Distacco del monaco poggiante sul tirante della capriata.
d) Revisione del manto di copertura con riutilizzo dei coppi esistenti e inserimento di isolante termico e onduline sottocoppo.
e) Nuova regimazione degli scarichi mediante il rifacimento delle converse e dei pluviali.
f) Disinfestazione dagli insetti presenti nelle parti lignee.
g) Consolidamento e impermeabilizzazione della merlatura.
IPOTESI DI CONSOLIDAMENTO DEI SOLAI
Per ovviare agli inconvenienti riscontrati con le verifiche statiche, si propone di realizzare una soletta in calcestruzzo armato con rete metallica elettrosaldata Ø 6 – 10×10, fissata con chiodi filettati
Ø 6 per 2/3 alle travi, e in modo da creare una nervatura capace di collaborare con i travetti e le travi.
Tale soletta sarà ancorata ai muri perimetrali mediante cordoli e tali cordoli saranno armati tenendo conto della collocazione in zona sismica del palazzo, con ferri di diametro non inferiore a Ø 16 e staffe Ø 8 ogni 20 cm, collegati alle murature perimetrali con 4 Ø 16 a coda di rondine.
Per realizzare questo intervento sarà necessario ridurre gli appoggi dei travetti sulle travi in modo da creare lo spazio necessario per costituire un cordolino armato di cm 10 x 26, armato con 4 Ø 10 e staffe Ø 6 ogni 30 cm che, collegate alla soletta armata, funge da elemento consolidante delle travi.
Naturalmente tutte le strutture saranno sottoposte a trattamento sia ignifugo che antitarme e verran-no ricoperte, secondo i casi, con legno leggero o con fogli di materiale plastico per evitare il contatto diretto delle travi con la soletta in calcestruzzo armato.