Il rilievo di Palazzo Vecchio

Il rilievo di Palazzo Vecchio

Relatore:
Correlatore/i:
Laureando/i:
Anno accademico: 2001/2006

Abstract

Pianta del piano terra

Pianta del piano terra

Il rilievo di Palazzo Vecchio è stato condotto d’intesa tra e l’Università degli Studi di Firenze e il Comune della città. Il Servizio Fabbrica di Palazzo Vecchio e Chiese, diretto dall’ arch. Ugo Muccini, e il Dipartimento di Progettazione dell’Architettura hanno stipulato, dal 2001 al 2006,  n° 5 convenzioni aventi per oggetto il rilievo del palazzo. Dal 2001 al 2003 è stata responsabile scientifico delle convenzioni la prof. Emma Mandelli; dal 2004 al 2006 è stata responsabile scientifico la prof. Maria Teresa Bartoli, che ha guidato il rilievo fin dagli inizi. Nel rilievo sono stati coinvolti: i corsi di Rilievo dell’Architettura condotti dalle due docenti, il dottorato in Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente di cui è coordinatrice la prof. E. Mandelli.

Le convenzioni hanno alimentato per tre anni un assegno di ricerca ad esse finalizzato, di cui è stata titolare Elena Fossi, responsabile la prof. Maria Teresa Bartoli.

I risultati del rilievo sono stati pubblicati in Maria Teresa Bartoli, “Musso e non quadro”, la strana figura di Palazzo Vecchio dal suo rilievo,  Edifir, Firenze 2007, che presenta numerose tavole del rilievo con 3 saggi introduttivi, di Maria Teresa Bartoli, Elena Fossi e Giampiero Mele.

La fabbrica di Palazzo Vecchio, caratterizzata da una geometria “fuori dall’ordinario”,  non era documentata da elaborati grafici di rilievo affidabili, né tali da costituire un corpus organico di riferimento per la conservazione e la fruizione dell’edificio, che continua a svolgere funzioni rilevantissime e attuali. L’Amministrazione chiedeva di sopperire a tale mancanza, e di fornire risultati che fossero all’altezza del prestigio culturale del monumento.

L’entità del volume e la particolare conformazione delle sue parti imponevano il ricorso alle strumentazioni più diverse per il prelievo metrico applicando il metodo del rilievo integrato. La restituzione degli elaborati non poteva che essere digitale, per le esigenze della gestione della fabbrica. Il rilievo strumentale e quello diretto si sono quindi integrati, assicurando un risultato che viene quotidianamente verificato dagli interventi degli uffici tecnici. In particolare, associando la restituzione CAD con le immagini aster fornite dalle macchine digitali, sono stati elaborati tre prospetti della fabbrica in versioni metriche e descrittive insieme di elevata qualità e grande utilità per il conservatore. Manca un prospetto, a causa della difficoltà delle prese fotografiche, essendo esso molto alto, affacciato su una strada molto stretta.

Prospetto Nord Palazzo Vecchio, Firenze

Prospetto Nord Palazzo Vecchio, Firenze

La possibilità di studiare integralmente il palazzo attraverso un rilievo adeguato (condotto secondo criteri e metodologie attuali, impiegando gli strumenti che le tecnologie avanzate rendono disponibili) permette di cambiare radicalmente il punto di vista sulla irregolarità del palazzo, tradizionalmente imputata a casualità contingenti, e di avvicinarsi ai significati simbolici che ad essa sono stati affidati. La pianta non è strana, e non subisce condizioni esterne ma, al contrario, obbedisce a regole eccezionali, ispirate dalla cultura scientifica di eccellenza rappresentata in Toscana dal Fibonacci, ed è quale è stata modellata da tali regole, fortemente volute. Se nel nucleo più antico è riconoscibile il ricorso alla serie del Fibonacci come legge che in natura regola la crescita di molti organismi, degna quindi di essere assunta come regola di crescita di un organismo architettonico, nelle trasformazioni successive sono riconoscibili altri postulati discussi dal Pisano (relativi al calcolo delle aree) che si dimostrano capaci di produrre esiti figurativi nelle mani dei progettisti fiorentini. Le figure si fanno quindi portatrici e simbolo delle idee generate da questi punti di vista.

Il palazzo attuale testimonia due progetti, di cui il primo, riquadrato, ma  meno grandioso, avrebbe dovuto accogliere una torre con direzioni parallele a quelle del palazzo; il secondo ne avrebbe proposto l’assorbimento all’interno di uno schema radiale, dimensionato in modo da mettere in atto una progressione geometrica di raddoppio delle aree. Queste regole matematiche, inconsuete e non banali, sono il significante del disegno del palazzo.

Hanno avuto con continuità parte essenziale nella presa delle misure e nella restituzione, con azione di coordinamento dei sottogruppi, gli architetti Elena Fossi, Giampiero Mele, Alessandro Merlo. Lorenza Bologna ha dedicato la sua tesi di laurea alle scale monumentali del Vasari. Sara Peluso ha dedicato la sua tesi di Dottorato al Salone dei Cinquecento.