Il Teatro Amintore Galli di Rimini. Le tecniche costruttive di un teatro dell’ottocento

Il Teatro Amintore Galli di Rimini. Le tecniche costruttive di un teatro dell’ottocento

Relatore: Prof. GIuseppe Cruciani Fabozzi
Correlatore/i: Arch. Andrea Ugolini
Laureando/i: Sara Salucci
Anno accademico: 2001/2002

Abstract

 

Teatro Galli

IL CONCORSO

Un bilancio dei risultati scaturiti dal “Concorso nazionale di idee per la ricostruzione del teatro Amintore Galli e per la sistemazione di Piazza Malatesta a Rimini” è oggi possibile atteso che i 143 progetti sono riepilogati nel libro la città e il teatro del Comune di Rimini, consentendo un confronto e un primo tentativo di spiegazione delle ragioni sottostanti alla vittoria del progetto presentato dal gruppo Natalini. Il programma del concorso era orientato a fornire agli architetti indicazioni precise e strettamente finalizzate al lavoro progettuale e di contro richiedeva risposte altrettanto precise.

I RISULTATI

Il disposto del concorso, quindi, se da un lato richiedeva un’opera di restauro della mole polettiana, troppo trascurata dalla seconda guerra mondiale in poi, dall’altro prevedeva la riprogettazione integrale di un’area vasta e fondamentale del centro storico. Implicito nell’iniziativa non era quindi solo o soltanto progettare soluzioni idonee al fine di addivenire a un restauro conservativo, ma cercare di massimizzare l’intervento rendendo il teatro come una sorta di “polo aggregante” del centro cittadino capace di restituire alla città romagnola la vivacità culturale e sociale che gli è propria. Il rinnovato interesse per la “cultura” lato-sensu, imponeva quindi una soluzione che prevedesse uno spazio teatrale aperto 365 giorni all’anno. Sulla base di questa chiave di lettura si colloca la scelta di Natalini di non procedere alla ricostruzione della parte posteriore del teatro e di creare uno spazio teatrale ex-novo all’aperto. In questo solco, l’approccio seguito da Natalini nel suo progetto, appare verosimilmente come un giusto mix tra l’esigenza “purista” di una ricostruzione “spartana” del teatro basata sui disegni neoclassici di Poletti e quella “modernista”, volta a conferire al teatro Galli il ruolo di spazio modulare destinato a soddisfare le diverse esigenze della collettività. Va da sé che le best practices utilizzate da Natalini (capo gruppo) e il suo staff (Marino Bonizzato, Maria Grazia Federico, Giorgio Franchini, Emma Mandelli, Fabrizio Natalini), nell’opera di intervento non sempre appaiono come quelle maggiormente aderenti al progetto polettiano. La valutazione del progetto dovrebbe essere quindi di più ampio respiro; si tratterebbe in altre parole di non soffermarsi alla sola technicality dell’azione di restauro ma calibrare il giudizio in maniera pragmatica, tenendo presente il programma del concorso.

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