Abstract
Il lavoro proposto in questa ricerca nasce dalla necessità di raccogliere informazioni sull’evoluzione delle coloriture delle facciate fiorentine e di individuare un metodo per la loro conservazione, con particolare riferimento al periodo post Unità d’Italia.
Questa ricerca nasce dalla consapevolezza che oggi manca una conoscenza specifica delle cromie storiche della città. Questa tesi non si propone come un piano del colore di Firenze ma come una semplice constatazione dell’evoluzione cromatica di certi edifici fiorentini.
Dopo un inquadramento storico, l’indagine si è basata sull’identificazione dei linguaggi cromatici presenti nelle stratigrafie pittoriche esterne e interne su alcuni palazzi scelti per le loro caratteristiche. La ricerca delle matrici cromatiche nasce proprio dalla conoscenza delle materie prime con cui la città è stata costruita. La ripetizione di queste cromie sugli intonaci degli edifici crea degli stereotipi, quindi copiando si produce la deviazione.
Tra gli edifici studiati ne sono stati scelti alcuni sui quali sono state eseguite delle analisi stratigrafiche, delle analisi in spettroscopia FT-IR con ATR e un’identificazione visiva della cromia con il sistema ACC.
Uno studio specifico sul colore porterebbe ottime metodologie per la salvaguardia del nostro patrimonio cittadino.
Partendo dagli studi inerenti i “Colori degli antichi” (realizzato come prima esercitazione per una conoscenza specifica e come parte integrante dell’argomento trattato in tesi) e l’evoluzione del loro impiego sono stati presi in considerazione come capisaldi cromatici della ricerca: le terre naturali, le ocre e i bianchi di calce, pigmenti che hanno attraversato, con il loro diffuso impiego, il lungo periodo di trasformazione che va dalla metà dell’800 fino alla fine del secolo scorso.