La delizia di Belriguardo: un centro congressi

La delizia di Belriguardo: un centro congressi

Relatore: Prof. Arch. Silvio Van Riel
Correlatore/i: Ing. Luca Lardani
Laureando/i: Simone Papucci
Anno accademico: 2007/2008

Abstract

 

 

Vista tridimensionale del complesso

Premessa

 

 La Signoria Estense lega formalmente il suo nome alla città di Ferrara nel 1332, quando i signori d’Este ottengono dal Papa l’investitura ufficiale del feudo pontificio e il titolo di vicari papali. Si tratta di una legittimazione giuridica di un potere di fatto: fin dal 1267 Obizzo II d’Este era stato acclamato a furor di popolo “signore perpetuo” della città, segnando il definitivo trionfo della famiglia nelle lotte sostenute per gran parte del XIII secolo con i rivali Torelli. Da questo momento in poi inizia un articolato processo di consolidamento del potere della dinastia che muta le istituzioni, conia moneta propria e ottiene dal Papa la bolla di fondazione dell’Università ferrarese.
Nel 1393 sale al potere Nicolò III, primo della Casata Estense, che destreggiandosi tra Venezia e Milano riesce a consolidare politicamente la Signoria di Ferrara.
In seguito Leonello, figlio illegittimo di Nicolò, principe colto e mecenate, organizza un cenacolo di intellettuali, tra cui Giovanni Aurispa e Guarino Veronese e riforma l’Università di Ferrara facendole assumere un ruolo di primo piano.
La seconda metà del XV secolo è ricca di avvenimenti per la casata estense: Borso, fratello di Leonello, diviene primo duca di Ferrara per nomina papale e duca, per nomina imperiale, di Modena e Reggio; il suo successore Ercole I rafforza lo Stato, promuove bonifiche nel territorio del ducato, ingrandisce la città di Ferrara dandole un impianto urbanistico nuovo e sviluppa il progetto culturale di Leonello. Nel 1476 Matteo Maria Boiardo si stabilisce alla corte estense come familiare del duca Ercole; Pietro Bembo soggiorna nella città godendo della protezione particolare della duchessa Lucrezia Borgia. Nel 1503 Niccolò Copernico si laurea in giurisprudenza presso l’Università ferrarese; nello stesso anno Ludovico Ariosto entra al servizio del cardinale Ippolito, figlio del duca Ercole.
Alla morte di Ercole I il trono ducale passa ad Alfonso I d’Este che, con il fratello Ippolito, prosegue la tenace politica di difesa dell’integrità dello stato, in un periodo di grandi sconvolgimenti e di continue minacce di conquista da parte del Papa e di Venezia.
Negli anni compresi tra il 1534 e il 1559 il potere viene assunto da Ercole II (figlio di Alfonso), si tratta di un periodo di relativa quiete politica anche se nuove tensioni si riaccendono per la vivace attività in Ferrara dei circoli protestanti promossi da Renata di Francia, moglie del duca, di fede calvinista (nel 1536 lo stesso Calvino era stato ospite a corte). In ossequio alla volontà del Papa, Ercole II confina la moglie nel palazzo estense, impedendole la propaganda delle idee riformate.
Il suo successore Alfonso II si trova a gestire i problemi di una dinastia minata da difficoltà economiche e da una crescente ostilità della popolazione; nonostante ciò la famiglia estense continua ad ospitare artisti e letterati: nel 1565 prende stabile dimora a Ferrara, al servizio del cardinale Luigi d’Este, Torquato Tasso. A corte si rappresentano le tragedie di G.B. Giraldi Cinzio e le composizioni pastorali dello stesso Tasso e di Battista Guarini. Gli anni che seguono alla morte di Alfonso segnano la definitiva decadenza della famiglia estense: il successore designato, Cesare D’Este, appartenente ad un ramo collaterale della famiglia, non viene riconosciuto da papa Clemente VIII. Il pontefice riprende così possesso della città, la corte estense, gli archivi, la biblioteca , le raccolte d’arte vengono trasferiti a Modena. Il legame tra Ferrara e la casata degli Este viene reciso definitivamente.

 

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