Montegiardino (RSM): problemi di conservazione dei centri minori a carattere prevalentemente rurale.

Montegiardino (RSM): problemi di conservazione dei centri minori a carattere prevalentemente rurale.

Relatore: Prof. Arch. C. Pietramellara
Correlatore/i:
Laureando/i: Davide Uva
Anno accademico: 1979/1980

Abstract

Premessa

Data la complessità rappresentata dal doversi occupare di un intero centro storico e data la valenza che il Castello di Montegiardino rappresenta all’interno del territorio della Repubblica di San Marino intesa più come entità di tipo storico – ambientale che architettonico – monumentale il lavoro di tesi si è svolto partendo da una ricerca bibliografica delle vicende storiche e dell’evoluzione e distribuzione della popolazione nella Repubblica per poi passare ad un rilievo di tutte le unità edilizie e delle strade avvenuto anche con l’ausilio di strumenti topografici.

E’ stato analizzato e catalogato, mediante apposite schede, lo stato di conservazione di tutte le strutture e sono state formulate le relative ipotesi di consolidamento. Infine, partendo dal dibattito sulle problematiche legate ai centri storici, analizzata la legislazione vigente nella Repubblica di San Marino, è stata redatta la proposta di intervento di restauro e fissate le varie metodologie di intervento.

Note storiche

Data l’inesistenza di testi specifici che riportino notizie storiche su Montegiardino, avendo la storiografia locale trattato sempre il territorio della Repubblica di San Marino nel suo complesso, le più importanti vicende storiche sono riportate in ordine cronologico, in modo da poter avere immediatamente una precisa visione degli avvenimenti succedutisi.

962 Montegiardino, “castrum Montis Giardini”, è concesso da Ottone I° ad Ulderico di Carpegna, alla cui famiglia apparterrà fino al 1233, anno in cui si sottomette al Comune di Rimini.

Questo è il primo documento che parla espressamente di questo castello. Zani immagina che tutti i castelli della Repubblica fossero in gran parte “fortilizi sorti nel più tenebroso Medio Evo” o come dimora dei valvassori o come “difesa avanzata dei feudatari in posti strategici, nelle vie di maggiore comunicazione, che allora erano rappresentate normalmente dal greto dei fiumi. I fortilizi feudali erano in genere costituiti da mura di non forte spessore che formavano la cinta muraria all’interno della quale si trovava la torre. Entro il “recinto” vi erano gli alloggiamenti del presidio, le stalle dei cavalli, i magazzeni per i viveri e il foraggio.

Fuori delle mura sorgevano le casupole dei sudditi.

Quest’esemplificazione teorica ragionevolmente si applica anche a Montegiardino le cui mura dovevano sorgere sopra al masso di gessite seguendo una linea all’incirca simile al perimetro esterno delle case circondate dalla strada. La torre s’innalzava a destra della porta d’accesso al castello com’è chiaro dalla lettura degli atti del Consiglio Principe del 1647 nel quale si menziona il desiderio del parroco di acquistare “il torricino” per porvi la canonica.

1371 Montegiardino fa parte del Vicariato di S. Arcangelo di Romagna.

Dalla minuziosa descrizione del Cardinale Anglico, Vescovo d’Albano e Vicario per i beni della Chiesa in Italia, fatta sulla provincia di Romagna risulta che in data 9 Ottobre Montegiardino contava 29 focolari.

1433 In quest’anno il castello torna sotto il dominio dei conti di Carpegna, insieme ad un altro piccolo castello detto della Torricella, situato tra Montegiardino e Fiorentino.

1445 Alla morte di Ramberto di Carpegna, il castello viene ereditato dal figlio Giovanni al quale rimane fino al 1462 anno in cui passa sotto il dominio di Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Sotto il dominio di Malatesta il Castello venne ulteriormente fortificato poiché rappresentava un avamposto molto importante da opporre alla Repubblica contro la quale Sigismondo Pandolfo Malatesta possedeva mire espansionistiche. Di queste nuove fortificazioni attualmente rimane soltanto la porta con l’arco a tutto sesto, ma il Castello doveva essere piuttosto minaccioso se Federico d’Urbino più volte si raccomandava ai Sammarinesi affinchè lo distruggessero.

1461 San Marino decide di allearsi con il Papa Pio II°, con Alfonso d’Aragona Re di Napoli, e con Federico Conte d’Urbino nella guerra contro i Malatesta di Rimini.

1462 L’alleanza viene stipulata con il trattato di Fossombrone del 21 Settembre tra il Cardinale di Tiano da una parte, e, per San Marino, i Legati Messer Marino Calcigni, Ser Bartolomeo di Antonio e Geronimo Belluzzi. In esso vengono stabilite le ricompense per i Sammarinesi e cioè: la cessione della corte di Fiorentino, dei Castelli di Motegiardino e Serravalle.

1463 La guerra si conclude con la vittoria della Lega Papa Pio II°; nella bolla papale del 27 Giugno si concesse il dominio con piena giurisdizione Sammarinese della corte di Fiorentino e dei Castelli di Serravalle e Montegiardino.

Da G. Zani, (il territorio e il Castello di San Marino attraverso i tempi) “Il Castello di Montegiardino, avendo posto resistenza al Pontefice ed ai suoi alleati, fu espugnato e dato alle fiamme”.

Ma documenti dell’Archivio Sammarinese sembrerebbero dimostrare che non fosse stato incendiato bensì smantellato dopo qualche tempo dall’occupazione. Infatti, Federico di Urbino scriveva da Pietracuta il giorno 4 Gennaio 1463 che aveva bisogno di usare altrove gli uomini d’arme che occupavano Montegiardino e consigliava ai Sammarinesi di mandare 40 o 50 “guastatori ” in modo che “sia buttato per terra”. Acquisito dai Sammarinesi il Castello perde totalmente il suo carattere militare per divenire soltanto una cava di materiali. Gli abitanti di Montegiardino, infatti, preferiscono costruire all’interno della cinta muraria perché possono impiegare meno lavoro e meno materiale appoggiando le case alle mura oppure sfruttando quei muri del Castello ancora solidi.

1599 Si autentica lo statuto di Montegiardino.

“Che li homini di Montegiardino adimandano le sia autenticato il loro statuto esemplato da quello di Faetano per il quale sempre si sono governati anticamente……” e più avanti si legge, “…..che il statuto di Montegiardino se li autentichi…..”.

Di questi statuti oggi non rimane alcuna traccia ma è probabile che fossero non dissimili da quelli di Serravalle che contemplavano una serie di norme le quali regolavano la vita del Castello e del suo territorio.

1774 Il territorio di Montegiardino risulta popolato da 206 abitanti.

1813 Entra in vigore il nuovo Statuto Agrario.

1839 Abitanti in territorio di Montegiardino 405, nel Castello 76.

Proposta di intervento di restauro

Le prime norme per la tutela del Centro Storico di Montegiardino sono contenute nella legge n°24 del 14 giugno 1961, approvata allo scopo di conservare e valorizzare il nucleo storico. Con questa legge l’area del nucleo storico fu sottoposta a vincolo; la normativa limitava l’edificazione ad interventi di solo carattere conservativo ed era vietata la demolizione di fabbricati esistenti. Due anni dopo con la legge 28 settembre 1973 n° 33 si hanno le prime norme per la salvaguardia del territorio. L’articolo 1 recita: “La presente legge viene emanata al fine di perseguire il riequilibrio del territorio, di conservare tutte le possibilità di utilizzazione organica, di distribuirvi armonicamente gli insediamenti urbani e le attività produttive e per salvaguardare il patrimonio storico, paesaggistico ed ambientale della Repubblica, quale bene comune”.

Segue all’articolo 2 una zonizzazione nella quale il nucleo storico di Montegiardino viene a far parte delle zone storiche di tipo “A” nelle quali, in attesa di piani particolareggiati, era vietato qualsiasi intervento che alterasse l’assetto edilizio ambientale e viario compresi pavimentazioni, impianti di illuminazioni ed aree libere; mentre erano previsti interventi per la conservazione statica degli edifici, l’ammodernamento degli impianti tecnici, igienico sanitari ed opere di bonifica delle strutture e dei manti di copertura.

Nel 1976 si ha la prima vera legge per la tutela degli edifici di rilevante interesse storico ambientale e culturale, nonché la concessione di prestiti per il restauro dei medesimi. Con questa legge del 26 Luglio 1976 n° 39 si ha finalmente un impegno concreto da parte delle autorità alla riabilitazione dei centri storici.

Anche il P.R.G. individua il Centro Storico di Montegiardino nella zona omogenea “A1” e dalla sua relazione emerge che, nell’ottica dello strumento urbanistico, Castelli come Montegiardino, Faetano, Acquaviva e Chiesanuova possano riprendere la loro vitalità e contribuire, attraverso le strutture esistenti, ad una maggiore integrazione tra spazio abitativo e spazio urbano. Ed è nell’ottica del Piano Regolatore Generale che si è ritenuto di formulare un’ipotesi d’intervento che mirasse soprattutto alla riqualificazione e ri-istituzione di ruolo fondamentale e polo attrattivo che il Centro Storico di Montegiardino aveva gradatamente perso negli anni fino alla sua emarginazione a causa della crescita d’altri castelli in zone più baricentriche, più appetibili e più vicine ad aree produttive. La tendenza espressa dal P.R.G. di recuperare a livello residenziale il Centro Storico viene condivisa e considerato elemento fondamentale su cui basare una valida ipotesi di restauro. Infatti si ritiene che si debba intervenire attraverso un riuso degli alloggi e prioritariamente su quelle abitazioni che si presentano in stato d’abbandono senza tralasciare le altre che, anche se occupate presentano a livello strutturale problemi d’ordine statico, igienico e di degrado.

Considerate tutte le varie ipotesi di destinazione attribuibili a tale centro storico, si è ritenuta valido quella di creare, tramite il restauro d’abitazioni non occupate, una serie d’appartamenti di varie dimensioni che possano essere o fruiti dagli abitanti in loco oppure destinati a scopo turistico.

Infatti  l’aspetto turistico potrebbe essere l’elemento di base e trainante per conferire a tale centro una giusta rivitalizzazione e riqualificazione.

Considerando che in tutta la Repubblica la struttura alberghiera è abbastanza carente dal punto di vista ricettivo rispetto all’enorme massa di turisti che, nel periodo estivo, si riversano dalla riviera romagnola su questo territorio e, considerata l’unicità di tale tipo di destinazione nella creazione di mini appartamenti, quest’ipotesi ci sembra reale e concreta.

Tenendo presente lo stato di affollamento e di saturazione delle località turistiche adiacenti quali Bellaria, Riccione, Cattolica ed in particolare di Rimini e la breve distanza delle medesime da San Marino (circa una ventina di chilometri), Montegiardino potrebbe diventare così una zona di soggiorno alternativa a tali centri congestionati e caotici.

Inoltre il facile accesso e l’esistenza di una strada che collega direttamente Montegiardino con Rimini, senza quindi dover nemmeno ricorrere alla superstrada Rimini – San Marino, e di un’altra che collega Montegiardino con Cattolica e quindi le località turistiche più a sud quali  Pesaro ecc., possono far si che tutto questo avvenga in una situazione ottimale. Va precisato che tali strade, di cui la seconda provinciale, sono di facile percorrenza e che si potrà prevedere, in un secondo tempo se sarà necessario, ampliamenti al fine di rendere esse ancor più agevoli e scorrevoli. Quindi se tale tipo di proposta è valida per il periodo estivo, altrettanto valida si rivela per quello invernale.

E’ nota l’importanza che San Marino riveste come sede di congressi sia a livello europeo che internazionale. Nel periodo invernale le persone che, a tal fine, giungono a San Marino trovano sistemazione nei pochi alberghi aperti in questo periodo o, più comunemente, si soffermano a soggiornare a Rimini per poi spostarsi nella Repubblica solamente per partecipare a tali Congressi. Si potrebbe quindi ovviare a questa situazione sfruttando la struttura residenziale che si verrebbe a creare a Montegiardino e l’esistenza di mini appartamenti o mono locali potrebbe essere, anche in questo caso, una buona soluzione di permanenza che senz’altro coinvolgerebbe altre attività tipo quelle commerciali, servizi, ecc.

Considerando che gli spostamenti da una zona all’altra all’interno della Repubblica sono di entità minima e vanno dai cinque ai sei chilometri, la distanza del Palazzo dei Congressi, situato a San Marino Città, e il centro storico di Montegiardino risulta irrilevante.

Nonostante quanto detto sopra si ritiene inoltre che alcuni appartamenti possano essere destinati ad accogliere persone che intendano stabilirsi permanentemente a Montegiardino, questo spiega la varietà dei tipi di alloggi studiati.

Mediante il consolidamento e la dotazione di servizi igienici, per quelle abitazioni occupate che attualmente si presentano in un cattivo stato di conservazione o quanto meno mediocre, si potrà giungere ad una sistemazione di connessione fra residenti e soggiornanti all’interno del centro storico, certamente positiva dal punto di vista vitale e qualificante.

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