Parco mediceo delle Cascine di Tavola (Prato). Progetto per la rigenerazione dei manufatti storici e del paesaggio antropico

Parco mediceo delle Cascine di Tavola (Prato). Progetto per la rigenerazione dei manufatti storici e del paesaggio antropico

Relatore: Prof. Giuseppe A. Centauro
Correlatore/i: Arch. Roberto Tazioli, Ing. Francesco Sanzo
Laureando/i: Alessia Lanzini
Anno accademico: 2008/2009

Abstract

L’area oggetto di studio è la pubblica proprietà del parco delle Cascine di Tavola, nel comune di Prato, un tempo appartenente alla ben più ampia tenuta della villa medicea di Poggio a Caiano (Villa Ambra).

La zona, suddivisa in due parti, parco delle Pavoniere e parco del Canale della Corsa (dal nome dei canali che la attraversano), nel tempo ha visto il susseguirsi di numerose vicende che hanno comportato lo svariato utilizzo dell’area, da destinazione agricola a funzione ludica con l’introduzione dei canali navigabili e la conseguente trasformazione in parco romantico.

Attualmente nel sito sono presenti numerosi manufatti, costituiti sia da elementi di maggior spicco che di minore rilevanza. Lo studio è iniziato affrontando varie tipologie di analisi, in primis del contesto generale e successivamente, scendendo nel dettaglio, è stata redatta la scheda edilizia storica tramite la quale è stata affrontata una minuziosa descrizione delle singole opere, dall’inquadramento urbanistico e geografico, alla definizione della tecnologia costruttiva, i materiali impiegati e l’analisi dello stato di fatto con descrizione delle tipologie di degrado ed approfondimenti storici.

La scheda non è stata altro che la base di partenza per studi successivi che hanno portato alla fine alla stesura delle priorità di intervento, elemento di notevole rilevanza per il passo successivo della tesi, ovvero la redazione del masterplan di intervento. Alla base di questo si è voluto porre come obiettivo quello già prefissato da Lorenzo il Magnifico che nel 1477 volle iniziare la costruzione della villa e della tenuta del Poggio a Caiano con lo scopo di “fondere il bello, la produttività e la ricreazione”.  Detto ciò e considerando che il parco può essere suddiviso in tre macro aree ne deriva:

–       il parco storico come luogo di silenzio e contatto con la natura, BELLO;

–       i campi agricoli legati alle destinazioni d’uso dei fabbricati, PRODUTTIVITA’;

–       i prati, rimodellati recentemente , come luogo di svago e di relax, RICREAZIONE.

Quanto sopra indicato insieme alle priorità di intervento ha fatto scaturire gli obiettivi da perseguire all’interno del masterplan, ovvero riallagamento dei canali, restauro conservativo e ripristino della funzionalità degli edifici, restauro dei manufatti, valorizzazione dei percorsi pedonali, studio di un arredo urbano adeguato e servizi (parcheggio auto e fermata autobus).

Scendendo poi nel dettaglio circa l’arredo urbano sono state elaborate apposite tavole per l’individuazione, l’inserimento e la descrizione delle tipologie di arredo da utilizzare.

Andando poi nel vivo del progetto, sono stati individuati quattro tipi fondamentali di restauro, poiché ogni manufatto presentava stati di conservazione e priorità differenti, per cui necessitavano di approcci diversi:

–       restauro ed integrazione, per l’aggiunta di parti accessorie realizzate secondo il criterio della riconoscibilità, senza intaccare la struttura;

–       restauro in stato di rudere, per tutti quei manufatti ormai altamente degradati che hanno perso la loro funzionalità e che non occorre rifunzionalizzare;

–       restauro e consolidamento, consistente nell’insieme di opere necessarie a ristabilire un adeguato livello di sicurezza statica;

–       restauro ed innovazione, che consiste nell’aggiunta di parti rilevanti di nuova concezione, necessari per il riutilizzo del manufatto.

In seguito a questo, per ogni tipologia di restauro, è stato analizzato un manufatto, in modo particolare le analisi sono state effettuate su tre ponti, categoria principale presente nel parco, di cui si rende necessario il riutilizzo dovuto al riallagamento dei canali ma anche per l’importanza che nel passato hanno assunto e per la particolarità che tutt’ora conservano nella loro diversità architettonica.

L’opera che maggiormente ha richiesto impegno di studio è sicuramente il ponte dell’Ombrellino per il quale era necessario una rifunzionalizzazione anche se allo stato di rudere, in quanto posto in un’area strategica per l’attraversamento del canale delle Pavoniere. L’atteggiamento seguito per la redazione del progetto è stato di due tipi, uno legato al restauro ed al consolidamento delle parti rimanenti ed uno incentrato sulla nuova progettazione, seguendo lo skyline dell’antico manufatto dedotto dalle foto storiche, cercando di coniugare i due diversi atteggiamenti.

Di detta opera sono stati poi eseguiti calcoli strutturali relativi alla nuova struttura in acciaio corten ed un computo metrico estimativo per stabilirne i costi di realizzazione.

Gallery

Profilo

Lanzini Alessia

Lanzini Alessia
PERCORSO STUDI: ANNO 2009: Laurea specialistica in progettazione dell’architettura presso la facoltà di architettura di Firenze, con votazione di 110 su 110 cum laude. Tesi di laurea in restauro: “PARCO MEDICEO DELLE CASCINE DI TAVOLA (PRATO)PROGETTO PER LA RIGENERAZIONE DEI MANUFATTI STORICI E DEL PAESAGGIO ANTROPICO” ANNO 2006: Laurea triennale in scienze dell’architettura presso la facoltà di architettura di Firenze, con votazione di 106 su 110. Tesi di laurea in progettazione: “COMPLESSO RESIDENZIALE INTEGRATO A CAMPI BISENZIO” ANNO 2002: Conseguimento diploma di maturità scientifica presso il liceo scientifico G. Galilei di Poppi (AR), con votazione di 82 su 100 PERCORSO LAVORATIVO: ANNO 2010: Attualmente in corso lo svolgimento di tirocinio formativo presso lo studio tecnico dell’architetto Sergio Bresciani con sede in Stia (AR), iniziato a seguito del termine degli studi.