Teatro di Coriano. Ipotesi di consolidamento e adattamento

Teatro di Coriano. Ipotesi di consolidamento e adattamento

Relatore: Prof. Arch.S. Van Riel
Correlatore/i: Prof. Ing. Berta Leggeri Arch. I. Carlini
Laureando/i: Michele Foschi Pierluigi Pini
Anno accademico: 1998/1999

Abstract

Il Palazzo del Teatro Comunale di Coriano è uno dei pochi edi-fici di proprietà comunale ad avere una certa storia. Nonostante le sue innumerevoli trasformazioni interne e di destinazione d’uso, l’esterno dell’edificio, fortunatamente salvatosi anche dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, non è mutato.
Le premesse delle sue origini risalgono ad oltre un secolo fa. Il primo consiglio comunale il 23 maggio 1863 delibera di acqui-stare il terreno dirimpetto al Campo della Fiera (gli attuali giar-dini) di proprietà del Conte Luigi Salvoni per erigervi un teatro nonché le scuole elementari maschili.
Le trattative per l’acquisto risultano alquanto complesse: sola-mente nel settembre del 1865 ci si accorderà sul prezzo stabilito in £. 4.000. Ma l’acquisto del terreno provocò innumerevoli liti tra la Giunta Comunale e il Conte Luigi Salvoni, accusato di aver rigirato la Giunta. Fra una sentenza e un ricorso al Tribuna-le, il progetto della nuova costruzione rimase bloccato, anche in conseguenza delle innumerevoli crisi di direzione Comune.
Occorrerà aspettare sino al maggio 1889 per arrivare alla pre-sentazione del progetto per il nuovo palazzo per gli uffici finan-ziari governativi e per le scuole elementari al Consiglio Comu-nale.
Il progetto è di Alessandro Ferri, perito comunale di Coriano, allievo di quel Poletti che progettò il Teatro di Rimini (piazza Cavour). Sul lato mare venivano alloggiati tutti gli uffici gover-nativi: uffici del registro, catasto, archivio notarile. Occorre ri-cordare che allora Coriano era sede di mandamento ed ospitava tutti gli uffici governativi per il territorio di sei comuni e fra questi era il più popoloso. Sul lato monte erano invece collocate le scuole elementari maschili.
La costruzione del palazzo richiese quasi quattro anni di lavoro: dall’estate del 1889 alla fine del 1893. Gli uffici governativi vi entrarono dal 1 gennaio 1894. Esso costò la somma, notevole per quei tempi, di L. 40.000.
Altra traversia il Palazzo la ebbe per ciò che riguarda la destina-zione d’uso, le cui notizie sono piuttosto frammentarie.
Come già ricordato, il progetto, prevedeva una parte destinata a scuole elementari maschili e l’altra destinata ad uffici ammini-strativi. Sembra però che la scuola non ebbe avuto lunga vita ed è dei primi del Novecento l’idea della trasformazione in teatro. La ragione di questo mutamento, ebbe luogo per cause di forza maggiore: la mancanza di scolaresca. Il problema della scolariz-zazione in questo Comune ed in tutti quei Comuni ad attività prettamente agricola, era particolarmente grave.
Le note statistiche dell’epoca, fine Ottocento, rilevano che ap-pena l’otto, dieci per cento della popolazione avente diritto, fre-quentava la scuola; ma questa esigua percentuale, formata so-prattutto dai rampolli delle classi più abbienti, era assorbita dal-la scuola privata delle Maestre Pie dell’Addolorata, gestita da suore.
Del ventennio che va dal 1920 al 1940 non si hanno notizie cer-te; le uniche che parlano di teatro raccontano che era la sede di feste da ballo, negli anni Trenta si ha poi l’allestimento dell’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro), circolo ricreativo posto nello scantinato dello stabile.
Dati più certi si hanno di quest’ultimo ventennio. Dal 1964 al 1965 si apportarono quelle modifiche che avrebbero dato al tea-tro l’ultima fisionomia, tranne un successivo intervento per mo-tivi di sicurezza.
Demolita la vecchia galleria, se ne costruiva una a gradoni inse-rendo nella struttura in muratura una soletta in cemento armato, mentre dalla parte del palco si resero necessari due pilastri alti fino al tetto per stabilizzare questo “scatolone” che si era svuo-tato. Furono aperte uscite di sicurezza, tamponate alcune apertu-re e costruita una scala a chiocciola per accedere alla sala proie-zione posta sopra il porticato. Si istallarono nuovi servizi ad uso del cinema-teatro poiché i primi erano divenuti inutilizzabili.
L’ulteriore modifica, avvenuta successivamente, di carattere tecnico, fu dettata da norme dei Vigili del Fuoco e prevedeva la riduzione dei posti a sedere sia in galleria che nella platea.
Altro intervento di una certa consistenza si eseguì intorno agli anni 1972 – 1975. Tali lavori erano finalizzati alla costruzione della biblioteca comunale. Dapprima si realizzò una seconda scala affiancata a quella già esistente che fungeva da collega-mento tra galleria e platea e per far questo si dovette far riscon-tro ad una struttura suppletiva in pilastri e travi. Lo spazio per fare la scala si tolse all’appartamento che “provvisoriamente” era stato ricavato in una parte del Palazzo. Per permettere l’installazione della biblioteca, con conseguenti problemi di so-vraccarico, fu realizzato ex novo un solaio in travetti e tavelloni calcolato in semplice appoggio e tenuto unito da una trave di bordo. Si ricavarono una direzione, una segreteria con funzione di sala riunione, una sala consultazione più grande ed una più piccola, nonché un servizio per tutta la zona; sempre sotto il porticato, nella parte del Palazzo che ospitava lo spaccio, una sala mostre e nella parte rimanente di questa ala la sede di un sindacato.

Gallery