Villa Muggia nel Podere Bel Poggio a Imola di Piero Bottoni con Mario Pucci 1936-1938. Ipotesi di Consolidamento e Adattamento

Villa Muggia nel Podere Bel Poggio a Imola di Piero Bottoni con Mario Pucci 1936-1938. Ipotesi di Consolidamento e Adattamento

Relatore: Prof. Arch. Silvio Van Riel
Correlatore/i: Dott. M. Paolo Semprini
Laureando/i: Fabio Fabbri; Marco Gamberi
Anno accademico: 2005/2006

Abstract

 

Villa Muggia

Introduzione

L’opera che viene presa in considerazione in questo studio, è la residenza signorile che Piero Bottoni, in collaborazione con Mario Pucci, realizza nella seconda metà degli anni trenta nelle dirette prossimità della città di Imola (Bo).
Il podere Bel Poggio, dove è collocata la villa, si estende sulle prime colline dell’Appennino, a sud-ovest del centro urbano di Imola. Il paesaggio circostante  è formato da viali alberati, campagne coltivate a vite e frutteto, un frammento di quel paesaggio storico che un tempo si sviluppava lungo tutta la via Emilia dalla Romagna verso Bologna.

L’intervento che realizza P. Bottoni coadiuvato per la sola villa da Mario Pucci, si colloca all’interno di un più articolato programma che prevede la sistemazione di una grande proprietà terriera, con la progettazione di annessi agricoli, la sistemazione del parco, lo studio della viabilità e degli accessi.
Questa opera che ha avuto negli anni grande fama e successo sia a livello nazionale e internazionale, rappresenta uno dei capolavori assoluti dell’architettura razionalista italiana e non solo; Bottoni in questo progetto concretizza il suo sogno di modernità manifestando quelle peculiarità che dagli anni trenta in poi saranno il leitmotiv del razionalismo italiano, vale a dire il rapporto forte e dialettico con la storia, con la preesistenza.

La notorietà di Villa Muggia sarà purtroppo demandata nel corso della seconda metà del novecento alle pubblicazioni e alle fotografie d’epoca; l’edificio ha avuto infatti vita brevissima, abbandonato già nel 1943 (i proprietari erano di origine ebrea), viene ridotto in rovina durante il secondo conflitto mondiale, spogliato di arredi e materiali pregiati, versa da allora in stato di totale abbandono.

Il nostro studio si articola in quattro parti principali. Una prima parte di indagine storica sull’edificio, in essa si è cercato di sintetizzare tutte le informazioni sulla villa, sui suoi progettisti, le vicende storiche che l’hanno portata da residenza di campagna tardo barocca, prima a un raffinato esempio di architettura razionalista, poi all’abbandono e alla rovina. Nella seconda parte, vengono compiute tutte quelle indagini preliminari finalizzate al restauro e al consolidamento strutturale dell’edificio esistente: rilievo architettonico e strutturale, organizzazione strutturale, rilievo e diagnosi dei dissesti e dei sistemi fessurativi. La nostra ricerca conoscitiva su Villa Muggia si è potuta avvalere, in questa fase dei risultati ottenuti su questo argomento dalla tesi di laurea: “Indagine su Villa Muggia a Imola: Ipotesi di recupero e consolidamento strutturale” discussa nell’anno accademico 1994/95 dagli arch. Fabrizio Castellari, Michele Pasotti presso la Facoltà di Architettura di Firenze; relatore prof. arch. Carlo Blasi, correlatori prof. arch. Luigi Marino, prof. arch. Silvio Van Riel. La disponibilità di questa documentazione arricchisce notevolmente il lavoro di ricerca e di indagine, permettendo un approccio metodologico caratterizzato da continue verifiche, e dalla possibilità di misurare a oltre dieci anni di distanza l’evoluzione del degrado, dei dissesti, in un organismo architettonico abbandonato ormai da più di cinquanta anni.

Nella terza fase si è elaborato un progetto di adattamento della villa e del suo parco (circa cinque ettari di terreno), nel quale si è ipotizzato un riuso della villa , quale raffinato contenitore di due principali attività: una più limitata, ma significativa, quella di museo di se stessa e delle vicende che l’hanno caratterizzata negli ultimi settanta anni, prevedendo degli spazi espositivi e una piccola mediateca; una seconda funzione più legata alla fattibilità economica del progetto, quella cioè di fornire un servizio di rappresentanza ad alto livello per il tessuto economico e amministrativo locale e regionale.

La quarta fase prevede un progetto di consolidamento, nel quale vengono affrontate le problematiche relative al recupero strutturale e vengono proposti una serie di interventi il più possibile compatibili con l’edificio, che è sottoposto a vincolo conservativo. Partendo dalle soluzioni strutturali di progetto sono state condotte le verifiche statiche e sismiche dell’edificio.

Gallery