Carbone e petrolio non sono sinonimo di energia pulita: questo concetto è già entrato nelle idee della gente, che sta iniziando a sensibilizzarsi sull’importanza dello sviluppo sostenibile. Detto questo, passare dalle parole ai fatti non è certo una scelta facile. Moltissimi paesi del mondo stanno incrementando il business delle energie rinnovabili. Le fonti alternative stanno conoscendo una vera espansione, ma i combustibili fossili costituiscono ancora ovunque una parte fondamentale del pacchetto energetico.
L’ addio alle fonti tradizionali di energia sembra lontano? Eppure la Danimarca dà il primo segnale concreto di volerle abbandonare. Un’agenzia governativa danese ha infatti annunciato di recente che il 2050 potrebbe essere la data utile a congedare i combustibili fossili in tutto il paese. Un obiettivo tanto ambizioso quanto importante: quali strategie intende seguire lo stato?
Bastano due parole: energia eolica. Sotto questo punto di vista la Danimarca è davvero fortunata: oltre il 20% del consumo di elettricità proviene dal vento. È in assoluto la percentuale più alta al mondo, e addirittura nei giorni particolarmente ventosi si raggiunge il 40% di tutta l’elettricità prodotta da un paese delle dimensioni della Spagna. Attualmente la Danimarca produce 3mila megawatt di energia dalle centrali eoliche, principalmente offshore, una quantità che dovrebbe crescere a 18 mila nei prossimi 40 anni. Quindi il governo danese intende sfruttare l’eolico sei volte di più rispetto al presente. Certo, la strategia prevede anche qualche punto dolente: per scoraggiare il ricorso alle fonti energetiche tradizionali, si prevede di aumentare di dieci volte le tasse sui combustibili fossili, passando dagli attuali 5 corone per gigajoule a 50 corone entro il 2030. Una sfida che non spaventa il Primo Ministro danese Lars Rassmussen: l’obiettivo è possibile, anche se ha implicazioni sul piano del debito e dei posti di lavoro che vanno studiate. Ma sappiamo che dobbiamo partire adesso per raggiungerlo.
Fonte: Liquida