Sorge a Bessancourt sulle rive della Senna vicino Parigi la casa foderata di bambù progettata secondo i principi costruttivi delle Passivhaus.
UNA COPPIA DI ARCHITETTI SCEGLIE PARIGI COME RESIDENZA. A capo del progetto una coppia di architetti – moglie e marito- di origine mittleuropea, i quali dal 2009 vivono all’interno di quella che nel vicinato è nota come “la casa di bambù”. Non è stato facile, raccontano i due progettisti, ottenere i permessi necessari per dare il via ai lavori. Prima casa passiva nella regione parigina, l’abitazione di Karanesheva e Witzmann ha dovuto conformarsi al passato architettonico della capitale.
Le istituzioni francesi hanno, infatti, richiesto che il tetto dell’edificio fosse spiovente e non troppi vani finestra, per una questione di privacy ( a questa richiesta si è ovviato con numerose finestre, perfettamente chiudibili, però, con persiane in bambù).
CARPENTIERI SPECIALIZZATI. Problematico, per i due designer, anche l’affidamento dei lavori, che per la tipologia di progetto necessitava di mano d’opera specializzata e non di semplici muratori senza adeguata formazione a riguardo. Grazie a un mastro carpentiere e una società parigina specializzata in edilizia sostenibile, il progetto riesce, però, a prendere piede, finendo per essere ammirato da tutta la comunità, la stessa che fino a qualche anno prima pareva scettica all’idea del bambù.Pannelli fotovoltaici sul tetto e nessun impianto di riscaldamento installato, la costruzione beneficia di ampie vetrate e, grazie alle proprietà del bambù di trattenere il calore all’interno dell’involucro, garantisce temperature confortevoli durante la stagione fredda. Meno costosa di un edificio, costruita con materiali 100% naturali e non trattati, “la casa in bambù” è diventata un punto di attrazione per turisti e studenti di architettura, che guardano ai due designer fondatori dello studio Karawitz e progettisti di altre 7 case passive, come un modello per la nuova edilizia green e riclabile.
Fonte: Casa&Clima