Gli studi di Marco Nieri, qui applicati a due giardini privati, rivoluzionano il ruolo delle piante nel nostro habitat. alberi e arbusti, scelti e combinati in base alla loro risonanza benefica con l’organismo umano, esaltano la vocazione naturale del corpo, “Ologramma della Biosfera”
Abbracciare un albero per ricaricare il corpo di energia e rafforzare il carattere. Lo consigliavano alcune delle più antiche culture del mondo, come quella vedica, cinese, aborigena e dei nativi americani. E ancora un secolo fa, anche la cultura medica occidentale coltivava l’idea che questo contatto rigenerasse il corpo e la psiche. Ne è certo Marco Nieri, ecodesigner da vent’anni e inventore della tecnica per creare giardini terapeutici bioenergetici (bioenergetic landscapes). Tema della conferenza che il paesaggista presenterà il 25 marzo 2010 alla Triennale di Milano (I giardini terapeutici), la tecnica viene applicata per curare le piante, studiare e risanare aree verdi già esistenti, e soprattutto progettare nuovi spazi verdi, come i due giardini di Bologna e Predappio presentati in queste pagine. “Lo studio della biosfera e delle sue energie dimostra oggi che l’antica convinzione ha solide radici”, assicura Nieri. Il suo maestro, il professore belga Walter Kunnen (fondatore, nel 1960, dell’istituto Archibo Biologica di Anversa, attivo ancora oggi), e con lui molti ricercatori in Europa e negli U.S.A, sostengono che il corpo sia un’antenna, che vibra in sintonia con determinate frequenze “come un diapason al ‘la’ di un violino perfettamente accordato”. L’uomo rispecchia la natura. Di più: l’uomo “porta impresso l’ologramma della biosfera”. “Ogni organo è nutrito elettromagneticamente dall’ambiente naturale, ricevendo informazioni biologiche benefiche o disturbanti dal sole, dalla Terra e dagli altri esseri viventi”, spiega Nieri, che ha studiato per anni come questa sottile relazione sia determinante per tutte le forme di vita. “Ciascuna specie vegetale possiede specifiche qualità biologiche, in grado di influenzare i nostri organi. Toccare un albero o una pianta significa entrare in contatto con un debole, ma influente campo bioenergetico. La reazione sul nostro corpo si manifesta come una modificazione misurabile dello stato energetico degli organi, cioè del requisito che ne favorisce o altera i processi di salute o di malattia”. Nei paesaggi di Nieri, come nel giardino bolognese e in quello di Predappio, è frequente una scelta. “Metto spesso a dimora piante come il tiglio, positivo per l’apparato cardiocircolatorio, e la quercia, l’ulivo e la palma, benefiche per il sistema nervoso, come anche il leccio e la magnolia. Viceversa, alcuni Ficus (come il Benjamin) producono vasocostrizione e inibiscono il sistema immunitario”. Nel giardino di Bologna, al tiglio si affiancano il giuggiolo (indicato per il sistema linfatico), il melograno (ottimo per ovaie, occhi, capelli) e il bosso (utile a intestino e mucose).
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